«Romano», scrisse una volta di lui Edmondo Berselli, «ama i macchinari, gli strumenti tecnici, l’automazione, le gru, i carrelli elevatori, la verniciatura, il montaggio, l’assemblaggio, lo stoccaggio, l’imballaggio. Nelle sue parole, e anche nei suoi gesti, la piastrella di Sassuolo diventava un oggetto raggiunto da un soffio di vita che animava l’argilla. Ai politici, abituati ai giochi di corridoio per strappare un assessorato, offriva la sensazione irresistibile del ritmo e del rumore della modernità».
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