Facciamo i conti della serva. Una delle meglio bubbole inventate dai gran mondani è che la televisione non incide sull’opinione pubblica. Fior di mondani sostengono questa eccellente tesi, con gesti di schifata superiorità su quelli invece che sostengono la contraria. Si ricorda qui che una dozzina di anni fa lo stimato professor Luca Ricolfi, ora idolatrato a destra, sostenne che la tv aveva spostato, a favore del Cavaliere delle libertà, circa quattro milioni di voti. Gli sfiziosi di allora dissero che l’analisi era grezza e che i processi comunicativi sono molto, molto più complessi. Come no. Siamo tutti scafati e non crediamo a quello che raccontano gli ideologi dell’antiberlusconismo. Ma d’altronde non crediamo neppure a ciò che raccontano Clemente Mimun e Carlo Rossella: e andiamo, boys, abbiamo smesso di credere in Dio e in Marx e dovremmo credere nel Tg1 o nel Tg5? Per capire qualcosa dell’Italia forse è più utile registrare ciò che scrivono ai giornali i lettori dall’estero, gente semplice che fa ragionamenti semplici, poco mondani. Che suonano così: noi abbiamo la fortuna di non vedere i tg italiani; vediamo i tg francesi, tedeschi o brasiliani, che sono poco influenzati dal potere berlusconiano. E allora ci siamo convinti che Clemente e Carlo sono dei simpatici narratori di una realtà romanzesca. Fuori dal romanzo noi, noi elettori "esteri", ci siamo fatti un’idea più realistica delle cose, e votiamo contro Berlusconi. A questo punto, è chiaro che agli occhi degli italiani all’estero il fenomenale Caimano, altro che statista, è quel tale del kapò, uno che si rivolge ai deputati chiamandoli «turisti della democrazia», e che al momento buono fa le corna in foto. Ma a onore e gloria di Carlo e Clemente, e soprattutto di tutti quei fini intellettuali che hanno sostenuto che la tv non conta nella formazione del consenso, bisognerà pure farsi la domanda finale. Vale a dire: se è vero che la tv non conta niente, per quale motivo i berluscones hanno fatto di tutto per metterci le mani sopra? Se la tv era inessenziale, uomini eleganti e stilisticamente impeccabili come certi amici della Cdl avrebbero dovuto dire: siamo superiori a queste bassezze, la televisione prendetela voi. E invece no, se la sono presa e l’hanno militarizzata. Delle due l’una: o non credevano a ciò che dicevano i mondani, oppure vale lo schema di Totò: «La serva serve». Ovvero, la tv conta.
04/05/2006