Sostiene lo storico Luciano Canfora che la fiction "Roma" (che ha esordito venerdì 17 marzo su Raidue) suscita una doppia impressione. Da un lato si apprezza il lato brutale, violento della Roma classica, soprattutto quando lo sceneggiato fa vedere il "bellum romanum", la guerra senza quartiere praticata contro i barbari, fra stupri, crocifissioni e combattimenti a corpo a corpo pieni di sangue. Per un altro verso, si rimane allibiti per la quantità di fregnacce storiografiche, di errori, di autentiche panzane inanellate nella trama e nei dialoghi. Per noi che abbiamo studiato sul Bignami, il giudizio è più semplice. "Roma", con il suo sforzo produttivo, i cinque registi, i sei teatri, la Bbc e la Hbo, i 2.500 costumi e i 15 mila figuranti, è una Rometta. Ma mica per colpa di nessuno, neanche della Rai coproduttrice. Ma per un fraintendimento. Riassumibile in questo modo: non bisogna confondere la Roma di Giulio Cesare con la New York di "Sex and the City". Vale a dire: se Samantha si porta a letto un maschione, e le amiche commentano la prestazione, possiamo pensare che si tratti di uno schema tipico dell’età contemporanea, e quindi che la scopatina o scopatona della bellona ci dica qualcosa di noi, ossia dei comportamenti sociali di oggi. Ma se uno dei fulcri della fiction romana è «l’insaziabile nipote di Cesare» che sceglie gli schiavi in base alle misure, chi se ne frega. Un bollino rosso alla base del teleschermo non è che attizzi molto. Morti ammazzati, banchetti, colpi di triclinio e di letto, fanno un po’ ridere se proiettati duemila anni fa. Insomma, erano corrotti, crudeli, cattivi, erotomani, abbiamo capito. Tutto questo però fa spettacolo? Mica tanto, almeno per ora. Per fare spettacolo ci vuole Russell Crowe, un protagonista, un’epopea, il dramma personale. Del ritratto della Roma repubblicana e poi imperiale, dell’affresco d’epoca non c’importa nulla. Eravamo bambini quando andava in tv il cult "C’ero anch’io", telecronaca dei grandi eventi storici. L’effetto scenico e narrativo di "Roma" assomiglia proprio alle sequenze di quel lontano programma. La perfidona è andata a letto con il cattivaccio. L’affare politico si complica. Catone il Censore ha aperto un’inchiesta. Anvedi. A voi studio, se ci saranno notizie vi chiederemo la linea. Buonasera a tutti. Sigla di Teleroma.
30/03/2006