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VIVA il cannibale Vasco

09/02/2006

La "Notte dei Telegatti", mercoledì 25 gennaio su Canale 5, potrebbe essere trattata ragionevolmente come uno dei vertici trash della nostra televisione, così provinciale, così demenziale, così evitabile. Ma succede che uno si mette davanti al teleschermo con l’idea di confermarsi nelle proprie certezze, secondo cui tutto è ormai scritto secondo il paradigma infallibile dell’"Isola dei Famosi" (gente poco famosa che si fa del male, come Zequila e Pappalardo, e fa del male anche a tutti noi, oltre che alla Mara Venier). E poi invece si imbatte in un capitolo geniale di televisione dell’assurdo, ma anche di pura televisione dell’intrattenimento, insomma una (forse involontaria) genialata. Premiavano Vasco Rossi, e bisognava vederlo. Bello grasso, intacchinato come una rockstar in disarmo, probabilmente annoiato, scettico sull’utilità di essere intervenuto. Lo premiava Fiorello, cioè il talento allo stato puro, capace di spingere la panza all’infuori e di premerla contro l’addome del Blasco, e giù risate, e nascita della complicità. Perché Fiorello ha cominciato a recitare qualche verso di quella tale canzone del rocker di Zocca che parla più o meno del senso da ridare alla vita e da dare a questa storia. E ogni volta che accennava: «Eh, la Vita», Vascorossi, con l’occhio cadente, gli mancava solo uno stecchino all’angolo delle labbra, lasciava andare: «Eeeeeeh». E poi quando l’altro suggeriva: «Eh, la storia», il Blasco, sempre con la palpebra smorta e una specie di sorriso diffidente, gargarizzava: «Aaaaaah». È durata quasi cinque minuti, di «eeeeeeh», di «aaaaah», di borborigmi, di gargarismi, di occhiate e di occhiaie. Alla fine Fiorello ha cominciato a cantare la strofa della canzone, «Voglio ridare, un senso a questa vita…», e dopo avere esitato un po’ anche Vasco si è messo a seguirlo. Insieme hanno preso forza e convinzione, e se ne sono usciti a braccetto, come due compagnoni, come due che escono tardi dal Roxy Bar, magari un po’ brilli, anzi, forse completamente ubriachi, però tonici, «eeeeeh». E soprattutto completamente sfasati rispetto alla televisione e alle regole dell’Isola, alle convenzioni dei talk show: ecco, sono stati cinque minuti di situazionismo, o di terrorismo puro. Da ovazioni. Speriamo che lo ridiano, che lo facciano rivedere. Perché era la tv che divora se stessa, un caso di cannibalismo esemplare. Era la post-televisione: «Eeeeeeeh».

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