Il "Tg2 Dossier" andato in onda nel pomeriggio di domenica 4 marzo, dedicato ai Beatles e ai Rolling Stones, prometteva di essere un altro esempio delle preziosità archivistiche di Michele Bovi, che questa volta è riuscito a mettere le mani sulle immagini a colori "rubate" al concerto dei Rolling Stones (Milano ottobre del 1970). Poi il discorso si è allargato, perché il programma non si è limitato a mostrare queste rarità di Mick Jagger e compagni, ma le ha accompagnate con altre immagini d’epoca (i Beatles al Vigorelli nel 1965, filmati da Peppino Di Capri e dal batterista dei Ribelli Gianni Dall’Aglio). Già visto, diranno i soliti scettici. Be’ qualcosa sì. I Rolling Stones dell’epoca a colori per la verità non li aveva visti nessuno, e per i cacciatori di rarità è stato emozionante poter cogliere qualche sequenza di una delle ultime esibizioni in pubblico di Brian Jones. Ma il centro di questo programma offriva anche una delle cose più belle viste di recente in tv: e cioè la partecipazione di Zucchero, che faceva da conduttore. Naturalmente Zucchero oltre a raccontare e commentare, suonava e cantava. Ha cantato, rigorosamente dal vivo, canzoni passate alla storia come "Homburg" dei Procol Harum e "Angie" dei Rolling Stones. A casa sua dalle parti di Pontremoli, rilassato, accompagnato alla chitarra dal suo amico Massimo Marcolini, mentre fuori da quella specie di domestico e incasinato studio di registrazione si vedeva passare la silhouette di un bellissimo pastore tedesco. E c’era da restare ammirati non soltanto per la qualità tecnica delle interpretazioni di Zucchero: lo si sa che dal vivo è impagabile; bensì per avere accettato di esibirsi dentro un programma a basso costo e a basso budget, che vive principalmente sulla passione di Bovi. Evidentemente, il bluesman (ma in fondo musicista versatile e totale) Fornaciari ama la musica, gli piace mettersi in gioco. Lo si vede mentre suona il piano, o imbraccia la chitarra e intona il prossimo pezzo. Dovesse semplicemente parlare, Zucchero non sarebbe proprio impeccabile: una volta, con Vincenzo Mollica, disse: «Io non sono un eclettico di nessuno strumento» (voleva dire un virtuoso). Ma quando canta e suona, lasciamolo stare, non c’è nessuno come lui in queste lande sanremesi. E la sua presenza illuminava la scena, facendo di un programma di repertorio uno spettacolo perfetto. Facciamone ancora, di roba così.
15/03/2007