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decamerone in corsia

01/03/2007

Ci sono gli idolatri del dottor House, che però vedendo la campagna di lancio di "Grey’s Anatomy" hanno pensato: saremo mica arretrati, noi housiani, o housisti, rispetto alla nuova serie del nuovo serial medico? E quindi si sono messi a guardare le prime puntate di "Grey’s Anatomy", cercando di districare nella trama i punti nodali. Ma non è facile. "Doctor House" appartiene infatti alla categoria dei serial medici in cui si parla di medicina: ogni puntata è incentrata su un caso clinico (tutti pensano che il candidato alla presidenza abbia l’Aids, ma House dopo avere insultato i collaboratori e il paziente scopre che si tratta di una malattia che conosce solo lui e risolve tutto con una sua ricetta: «Magnesia bisurata!», con il paziente che rinasce e tutto che ritorna all’ordine, compreso il candidato che se ne va saltellando). Invece "Grey’s Anatomy" è un serial basato sulla formula "Sex and the Medicine", dove la parte predominante è il Sex. Quanto alla medicina, infatti, e alla chirurgia, ogni tanto si vede qualche caso clamoroso, tipo un ragazzo con un tronco d’albero piantato nella pancia; ma si ha sempre la sensazione che le équipe mediche trattino i casi anche più interessanti e gravi come una tremenda rottura di scatole tra un flirt, una scopatina, un tradimento, un minuetto erotico. Anche i pazienti, in genere, considerano un cancro come una fregatura che impedisce di andare al pub a rimorchiare. Se "Doctor House" è la Divina commedia dei serial americani, "Grey’s Anatomy" dovrebbe essere il Decamerone. Ma se si interviene a puntata già cominciata è critica: è scoppiato un casino, tutti sono affannati, c’è gente in crisi di nervi; e qui tutti si aspettano un "cross over" assurdo ma risolutivo, adesso arriva il dottor House e li sistema tutti. E invece niente. "Grey’s Anatomy" resta un disordine voluto e totale; "Doctor House" il regno della perfezione. "Grey’s" è corale, nevrotizzato dalla regia, continuamente in fibrillazione; House è un uomo solo in cima alla diagnosi, un Omero dell’eziologia, un Dante della terapia. Insomma, non c’è paragone. Ma può anche darsi che "Grey’s Anatomy" soffra della legge sul degrado progressivo dei serial (che recita: a ogni nuova serie il serial peggiora, e il pubblico si stufa; vedi il disastro di "Lost"). Degrado che per ora ha lasciato intatto House (anche se, per i pessimisti, non si tratta che di dare tempo al tempo).

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