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Mondo Cortellesi

27/11/2008

Paola Cortellesi è brava. Ha talento. Sa imitare, cantare, muoversi. È anche graziosa, anche se non proprio sexy (ma siamo sicuri che, volendo, sexy diventerebbe). E allora perché il suo nuovo varietà, "Non perdiamoci di vista", produzione impegnativa che doveva sollevare gli ascolti di Raitre, ha riscosso più che altro critiche? Prima risposta, facile. Un intrattenitore, qualcuno o qualcuna che faccia satira, funziona quando amministra una nicchia dentro un programma. Oppure se fa il conduttore o la conduttrice, come Serena Dandini. Se invece conduce il programma intero, sono problemi e problemini, vedi il caso di Maurizio Crozza, che è un talento ma la trascina troppo per le lunghe. A meno di non essere Fiorello. Ma si sa che Fiorello è un fuoriclasse, che potrebbe essere eguagliato o perfino superato solo da Christian De Sica. (A proposito: finora non se ne sono accorti in moltissimi, ma il libro di quest’ultimo, "Figlio di papà" è il migliore libro dell’anno. Quando De Sica junior racconta di suo padre, di Zavattini, di Rossellini e Fellini, le pagine squillano di risate, e talvolta si bagnano di commozione). Seconda risposta, difficile. Per motivi misteriosi, la Cortellesi è lievemente ansiogena. Urge un trattamento rilassante, che la dispieghi e la distenda. Non mi dite che non c’è uno psicologo a disposizione, negli studi della Rai: un Crepet è per sempre. Ma poi ci vuole anche un trattamento culturale, perché il suo universo è troppo televisivo. Questo è un vizio di quasi tutti coloro che fanno televisione, e via via si convincono che nulla esiste al di fuori della tv. E invece, fuori, c’è un mondo. Cortellesi, faccia un piacere: ne tenga conto.

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