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Isola di Sventura

23/10/2008

Sarebbe il caso di lanciare un referendum, oltre che sul lodo Alfano, sulla tesi del critico Aldo Grasso a proposito dell’"Isola dei famosi". La tesi è radicale, e conviene citare le parole dell’autore: «Il paravento dietro cui non ci si può più nascondere, e che l’isola della Sventura ci ricorda senza pietà, è questo: la tv generalista riflette l’Italia generalista, che è ancora la stragrande maggioranza». Per poi affondare la lama fino al manico: «La stupidità infatti è sì connessa al mondo del pensiero ma lo è ancora di più a quello della tv». Non si poteva essere più espliciti. E allora il referendum, cari lettori, chiede: siete d’accordo sì o no con l’idea che l’Isola siamo noi? Che noi tutti, nel nostro grande, replichiamo ciò che avviene in piccolo fra Luxuria, Cabrini, Michi Gioia, Ciavarro e compagnia bella? Le conseguenze del referendum sono impegnative: perché se esiste una coincidenza fra società e televisione, non ci sono santi: occorre prendere atto che tv e società sono quello che sono, e adattarsi alla situazione, Berlusconi compreso. Votate, votate, votate. Magari a voi l’Isola fa ribrezzo, avete un nonno che fu candidato nel Partito d’azione, vostro zio frequentava l’ambiente del "Mondo" di Pannunzio, e siete tentati di abbandonare questo disgraziato paese e rifugiarvi a Innsbruck (o almeno di cambiare velocemente canale non appena appare quella che Grasso chiama la «Sventura», probabilmente nel senso della Simona, «una conduttrice che urla come una pescivendola e minaccia di farli sparire dalla faccia delle tv»). Oppure l’Isola vi piace, e in questo caso, chissà, avete ragione voi, paese reale che non siete altro.

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