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Blackout olimpico

04/09/2008

La conclusione delle Olimpiadi induce a un bilancio sulle cronache della Rai. Compito non semplice. Perché seguire un evento complesso come i Giochi è tutt’altro che facile. La Rai, e nella fattispecie Raidue, ha interpretato le Olimpiadi privilegiando l’aspetto spettacolare. Forse non è una scelta sbagliata: nelle settimane olimpiche si assiste a un flusso continuo di avvenimenti sportivi, una specie di show protratto per decine e decine di ore. A parte qualche inevitabile pasticcio, non ci sono state grandi occasioni mancate per decisioni sbagliate. Piuttosto, fra quattro anni a Londra occorrerà ampliare l’offerta. Lo spettacolo piace agli spettatori comuni; ma ci sono anche specialisti e fan, che preferiscono l’approfondimento allo slalom fra le discipline. Nel pomeriggio del 19 agosto, l’autore di questa rubrica stava seguendo una splendida giornata di atletica quando i telecronisti hanno annunciato che la cronaca delle gare sarebbe proseguita sul satellite (o chissà dove), mentre la linea passava alla pallavolo, dove le ragazze italiane si apprestavano ai quarti di finale con la nazionale Usa. Ora, l’atletica non è fatta solo di "highlight". C’è la preparazione delle gare, il lento svolgersi delle eliminatorie, le batterie, le semifinali. Il record e la vittoria sono la conclusione di un processo che gli appassionati amano seguire proprio nel suo graduale sviluppo. È lo sport "filologico" contro lo sport spettacolo. Tanto più che per le Olimpiadi le giornate dell’atletica rappresentano il clou. Non si può spezzare un’emozione, anche se giocano le belle ragazze del volley nazionale. Signori della Rai, pensateci, nei prossimi quattro anni.

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