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zeno esagerato

12/06/2008

Le storie di preti, santi e papi vanno alla grande in tv, e la fiction di Raiuno dedicata a don Zeno Saltini, fondatore della comunità cristiana di Nomadelfia, non ha fatto eccezione (26 per cento di share). Ora, per seguire la solita storia del prete solo contro tutti ci vuole determinazione (per un modenese di più, visto che le pie donne della comunità di Fossoli parlavano ora qualcosa di simile al romagnolo ora una parodia della pronuncia emiliana come nell’avanspettacolo). La vicenda di don Zeno, rivoluzionario del comunismo cristiano, è perfetta per esemplificare la lotta dell’individuo solitario contro le istituzioni inaccessibili e le convenzioni immutabili. Sarà per questo che in tutto il film il protagonista Giulio Scarpati sembra un ossesso, grida continuamente, prende a male parole contesse e vescovi, guida proteste contro la questura di Modena (ambientata in municipio, e vabbé), fuma Toscani da vero e anticonformista prete di campagna. Un po’ esagerato. E poi: il questore di Modena sembra un fascistone alla Gastone Moschin; vengono invece bene, come sempre, vescovi e porporati, ottimi i papi. Si vede che gli attori italiani sono nati per interpretare la gerarchia vaticana. P. S. Però, adesso, mentre Sandro Bondi vuole sottrarre don Milani alla sinistra, invochiamo una moratoria sui preti in tv. Si teme l’arrivo di una fiction su don Giussani. Intanto, come antidoto al clericalismo televisivo, i nostalgici di "cloro al clero" vadano a caccia della striscia in cui Stefano Disegni mostra papa Ratzinger mentre detta l’enciclica "Contra ricchiones", in "Emme", supplemento satirico de "l’Unità", 26 maggio 2008.

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