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Stelle di plastica

22/02/2008

Si chiamava "Uomo e gentiluomo", credo: le nebbie del palinsesto sono difficili da diradare e i protagonisti si dissolvono nella foschia. A quanto sembra era condotto da Milly Carlucci, e a occhio non sembrava peggio di molti programmi di successo della Rai. E però l’hanno sospeso, per mancata audience. Riposi in pace, nel camposanto dei programmi defunti. D’altronde, si sa che il pollice sul telecomando sta di nuovo cambiando la televisione. Ormai l’Auditel misura i minuti di "agganciamento": 20 minuti, grande successo; dieci minuti, mah; tre minuti, chiudere il programma. E quindi diventa difficile giudicare una trasmissione: si giudica un flusso di immagini alternate. A me sembra di avere visto, ma chissà se è vero, nel programma della Carlucci, un gruppo di persone che discuteva di estetica maschile e femminile. Tutti erano contrari alla tinta artificiale dei capelli, e tutti erano tinti a cominciare da Pippo Baudo. Tutti e quasi tutte, tranne l’Alba Parietti, erano contrarie alla chirurgia estetica: e l’effetto era paradossale, perché nel frattempo si inquadrava la Valeria Marini, che di profilo sembra Jessica Rabbit. Insomma, avranno chiuso "Uomo e gentiluomo" ma non hanno risolto il problema della plastica. Si sarebbero potute vedere altre puntate in cui insigni televisionari avrebbero mentito per la gola, negando l’evidenza, quando invece basterebbe rispondere come il vecchio Luciano Lama quando gli chiedevano increduli: «Ma tu ti tingi i capelli?». E lui, un po’ scandalizzato: «Ma certo!». Erano altri esemplari di uomo e di gentiluomo. Adesso le dive protendono i würstel e dicono: ma no che non son rifatta. Per questo, la sera, davanti a una tv senza sorprese, si dormicchia.

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