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Quegli spot vendono noia

22/10/2009
TELEVISIONE

La pubblicità in tv è una delle cose più semplici del mondo. Rispetta alcune tipologie semifisse. Alla fine è riconducibile a pochi modelli. Eccone alcuni. Pubblicità dei detersivi. Naturalmente i pubblicitari sanno benissimo che tutti i detersivi sono uguali, e quindi per convincere le casalinghe bisogna andare sul sicuro. Ci vuole sempre il tipo, adesso Fabio De Luigi, che si presenta e offre due fustini in cambio di uno. La novela va avanti da decenni, e le casalinghe della pubblicità ci cascano sempre. Anziché dire: ma certo, idiota, mi dia i due fustini, si aggrappano al feticcio del fosforo che lava più bianco del bianco. La pubblicità dei detersivi è orrenda, ma probabilmente i pubblicitari pensano che le casalinghe non meritano molto di più, e continuano con la bufala dei due fustini. Pubblicità delle auto. Regola principale di questo genere è che le automobili non si devono vedere mai. In compenso negli spot le macchine fanno cose impensabili e impossibili: scalano pareti di sesto grado superiore, spianano le dune, si trasformano in automi spaventosi. Il messaggio subliminale è il seguente: le auto fanno schifo, e quindi noi pubblicitari siamo costretti a raccontare balle. Pubblicità dei nuovi media, adsl, telefonini eccetera. L’importante di questi spot è che non si capisca niente. I protagonisti devono parlare in modo incomprensibile, riferirsi a fenomeni misteriosi, promettere tariffe miracolose. Anche la pronuncia delle parole deve essere biascicata, veloce, allusiva – vedi Fiorello. Converrebbe rivolgersi subito all’autorità antitrust per denunciare qualcosa, ma forse non ci capiscono niente nemmeno loro. La Luna consiglia: non appena arriva la pubblicità, fare un pisolo.

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