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Il Gene del calcio

24/09/2009
TELEVISIONE

Sono almeno due le ragioni per cui il "Gnok Calcio Show", che va in onda su Sky 1 condotto da Gene Gnocchi, è un programma significativo. La prima ragione: prende il calcio sul serio; la seconda: non prende il calcio sul serio. Prende il calcio sul serio perché il mondo del pallone, con tutto il suo business economico e il delirio televisivo, piace comunque a Gene, che è ancora una mezz’ala di classe. Non prende il calcio sul serio perché l’autismo di quel mondo induce Gnocchi a una doverosa ironia. Ecco allora uno studio riempito di simpatici freak, calciatori di categoria, bambini invadenti, un moviolista che alla minima occasione prorompe in un successo canoro di Al Bano: ma questa è la parte più facile. Più difficile è la striscia di commenti ironici che scorrono nella parte inferiore dello schermo, dove la bizzarria di Gene trova il suo apice: «Del Piero non gioca perché in settimana ha fatto un lavoro differenziato: ha lavato la macchina di Diego». Il programma si regge sul difficile equilibrio fra l’insensatezza del pallone, con le conferenze stampa in cui si continua a dire «noi non facciamo programmi o tabelle, giochiamo alla giornata, e la "bala es tonda", le partite finiscono al novantesimo più l’eventuale recupero», e il buon senso emiliano di Gene, che talvolta spinge le situazioni alla follia. Eppure c’è sempre un fondo di affetto, che Gnocchi non riesce a nascondere. Ebbene sì, siamo sempre al Bar Sport, ognuno può dire la sua. Ma alla fine si gioca con la palla della nostra infanzia, e anche Gene deve ammettere che nonostante la stupidità di un mondo nel pallone, "la bala es tonda, por siempre". Taca la bala, allora, Gene!

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