L’appuntamento con i Mondiali di atletica leggera era imperdibile e il vostro rubrichista li ha seguiti su Raidue. Che dire? Credo che l’atletica, pur bistrattata in genere dalla televisione, sia stata seguita decorosamente dalla Rai. Le telecronache sono state di buon livello professionale. Da anni ormai si assiste alla commedia dell’arte tra Franco Bragagna e Attilio Monetti. Quest’ultimo è un mago dei numeri e degli archivi, mentre Bragagna descrive gli eventi con un buon pathos. Bene, è ogni volta affascinante, che si tratti di Olimpiadi o di Mondiali, il modo in cui i due entrano in collisione. Adesso hanno trovato una specie di coabitazione. Monetti inanella cifre, record, riferimenti storici; ma quando da parte sua giudica che si è toccato il massimo di statistiche sopportabili, Bragagna interviene con una specie di gomitata, e riprende la telecronaca, anche nei momenti di noia agonistica. A Berlino, Bragagna è riuscito a non storpiare mai la parola Brandeburgo, e sono stati di buon aiuto i commenti tecnici di Francesco Panetta e Fabrizio Mori. Dal parterre, brava Elisabetta Caporale, che riesce a interpretare anche il peggiore dei "pidgin english" dei protagonisti delle gare (ma se correggesse il romanesco sarebbe perfetta). Per una volta, insomma, la Rai ha fatto un buon lavoro, e c’è solo da augurarsi che l’interesse per l’atletica non venga penalizzato dai risultati mediocri della nostra compagine nazionale. Nessuna medaglia, com’è noto: e nonostante questo siamo riusciti ad appassionarci alla Cusma, a Alex Schwazer e alla staffetta. Speriamo che vada meglio la prossima volta.
03/09/2009
TELEVISIONE