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Lippi che autogol! di Edmondo Berselli

16/07/2009
TELEVISIONE

Uno dei più colossali e penosi autogol pubblicitari visti in tv negli ultimi tempi è stato la campagna contro la contraffazione affidata dal ministero per lo Sviluppo economico al cittì della Nazionale di calcio Marcello Lippi, testimonial in sé prestigioso e carico di gloria. Lo spot è semplice: gli azzurri vengono presentati a centrocampo con nomi deformati e irridenti ("Zambrutta", "Buffone", "Pirlotta", "Grasso", ecc.), fino a quando Lippi si stufa, borbotta un «ma va’», e con un colpo ben assestato al primo della fila li manda tutti giù per terra, annunciando che la contraffazione danneggia l’Italia e tutti noi. Che imparino, quei loschi figuri, a stare al mondo. Ora, chi abbia avuto la brillante idea di mandare in onda questa schifezza non lo sappiamo. Geniale però è stata in ogni caso la scelta dei tempi: la campagna si è sovrapposta alle figuracce degli azzurri in Sudafrica alla Confederations Cup, con un effetto davvero deprimente per tutto il movimento calcistico domestico. Già si stava discutendo di una Nazionale vecchia, atleticamente inadeguata, tatticamente sorpassata, maltrattata dal Brasile e da squadre anche minori, ed ecco il colpo di genio ministeriale, con i nostri poveri atleti beffeggiati ogni sera. Vien quasi da pensare che al ministero si siano fatti matte risate, sul fine humour, o sullo spirito di rapa. Di sicuro, per noi che avevamo visto lo spettacolo in campo e vedevamo la miseria intellettuale dello spot pubblico, veniva voglia di tirare una pallonata nel televisore. O anche sulla fronte del ministro Scajola, uomo spiritosissimo, che avrebbe sicuramente apprezzato la precisione del tiro.

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