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Silenzio: parla il proconsole

25/06/2009
TELEVISIONE

Sapete quando uno si fa prendere da un interesse non si sa quanto motivato. Be’, il vostro rubrichista ha deciso di seguire le conferenze stampa predisposte per le elezioni europee e amministrative. Con una preferenza per i partiti minori, quelli che non avrebbero fatto il quorum del quattro per cento (sublime invenzione). Ci si fa una cultura, in questo modo. Magari un po’ erratica, perché c’è sempre un Oliviero Diliberto o un Marco Rizzo che si scagliano contro l’acquisto costosissimo di bombardieri, «soldi buttati di cui non parla nessuno». Si vedono scenette un po’ imbarazzate come quando Luca Telese a "Tetris" maltratta un libretto di Maurizio Gasparri, che se la prende, se ne va e poi ritorna. Oppure avete visto carneadi liberaldemocratici, consumatori, valdostani, faide siciliane gestite con tanta abilità dialettica del proconsole milazzista Raffaele Lombardo, che un "continentale", fra le diatribe di Gianfranco Micciché e Renato Schifani, pochissimo ci capì. Nel frattempo si sente per l’ennesima volta il pentimento di Sinistra e Libertà e di Rifondazione e dei comunisti per una scissione di troppo. Ma il momento "clou", in ogni programma, è quando si comincia a parlare della Lega Nord. Qui si entra nell’alta strategia. E lo schema su cui tutti giurano è che la Lega di Bossi sta sostituendo nel territorio l’insediamento del vecchio Pci. «La Lega è l’unico partito leninista rimasto sulla scena politica», si galvanizza David Parenzo. Gli altri annuiscono. Ripetono la formula. La fanno diventare vera. Finalmente, dopo un paio di conferenze stampa, è lecito lasciare calare le palpebre, con l’occhio lassù, nel brumoso Nord.

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