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Soap parade

26/02/2009

A questo punto, anche senza scomodare "Across the Universe" e "Mamma mia", ci vorrà pure un bilancio di "Tutti pazzi per amore" (Raiuno, domenica, prima serata, regia di Riccardo Milani). Perché per far digerire un’altra soap ("commedia sentimental-famigliare" secondo la Rai) al pubblico televisivo ci vogliono idee, e in questo caso il soggetto di Ivan Cotroneo è venuto in soccorso: sulla story, perché si sa che le soap devono rappresentare credibilmente sciocche vicende di vita quotidiana, amori, felicità, infelicità, balletti casalinghi. Ma il soccorso autoriale è venuto soprattutto sulle modalità espressive della serie. Ecco, pur riconoscendo tutto il riconoscibile alla regia, al cast tecnico e agli attori (Stefania Rocca, Emilio Solfrizzi, Neri Marcorè e bravi gli altri, fra cui vorremmo segnalare ancora una volta, l’ennesima, la sublime Carla Signoris), è il caso di dire che "Tutti pazzi per amore" deve molto alla trovata di sottolineare i momenti clou con le canzoni (di Umberto Tozzi, Matia Bazar, Jovanotti, Giorgia ecc.). Ci voleva probabilmente l’intuizione di Cotroneo per rinnovare la commedia televisiva all’italiana. E nello stesso tempo occorre sottolineare che questo uso della musica è uno dei modi per reinventare le canzoni e i loro ascolto. Altro che Sanremo, duetti, ospiti, polemicucce fra numeri due, drammi in Riviera. Il principio vero è che una volta le canzoni facevano parte della vita quotidiana (canzoni sotto la doccia, davanti allo specchio). Ora fanno parte delle storie televisive (negli istanti della passione, dello stupore, del ricordo). E poi dite che la televisione non ha sostituito la realtà? Arrendetevi, amici.

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