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Buonanotte Bettino di Edmondo Berselli

22/01/2009

Ha destato ampie polemiche la messa in onda, da parte di Canale 5, del film documentario "La mia vita è stata una corsa", dedicato alla figura di Bettino Craxi e prodotto dalla fondazione Craxi. Basta una ricerca istantanea su Google per vedere quali sono state le reazioni al programma da parte di numerosi bloggisti. Indignazione, parolacce. Ora, è vero che i blog non possiedono la verità, ma è anche vero che era inutile aspettarsi da un programma del genere qualcosa di simile all’imparzialità e a una ricostruzione storica completa. I detrattori di Craxi sostengono che è stato il responsabile del degrado e della corruttela nella fase finale della prima Repubblica; i sostenitori lo considerano un grande leader modernizzatore, sconfitto da un’ondata populista e dalla collusione fra politica e procure. La tv non sembra di questi tempi in grado di produrre grandi ricostruzioni delle vicende nazionali. Per dire, una vita come quella di Craxi, dall’ascesa alla caduta, cioè dalla conquista della segreteria del Psi all’hotel Midas nel 1976 all’espatrio a Hammamet per sfuggire alla giustizia, potrebbe meritare uno di quei programmi storici in cui era specializzato Sergio Zavoli (vedi alla voce "La notte della Repubblica"). Ma è ancora possibile investire su programmi del genere? E il pubblico, sarebbe disponibile a investire una intera serata per assistere a un programma "politico"? Alla fine, il programma su Craxi si è rivelato una specie di spot politico, a favore di una tesi. Mentre provare a spettacolarizzare la vicenda storica italiana, anche quella recente, potrebbe contribuire a sciogliere qualche nodo nella coscienza, o nell’incoscienza, collettiva.

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