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Malinconia da detective

15/01/2009

Non è affatto una novità, perché "Siska" va in onda da sei stagioni, ma adesso che la serie è ricominciata su Rete4 (due episodi la domenica sera, prima serata) occorre creare gruppi di ascolto e di fan per questa fiction che deve battersi a mani nude contro la serata calcistica. E allora bisogna dirlo subito: come Derrick, come Köster, e come l’indimenticabile Matula di "Un caso per due" (meglio in tedesco: "Ein Fall für Zwei"), anche il commissario Siska possiede il fascino ineguagliabile e abietto dei telefilm polizieschi tedeschi. Innanzitutto è ambientato a Monaco di Baviera, città meridionale e insensibilmente corrotta, ma per apprezzare la serie bisogna soffermarsi sui particolari: quelle case in cui l’arredamento nuovo sembra incorporare il vecchio, quelle piscine con le foglie nell’acqua, quel senso di degrado autenticamente tedesco, in cui tutto sembra sfumare pericolosamente verso l’autunno, la nostalgia, il disfacimento, la voglia di Mediterraneo, tra famiglie sfasciate, vecchi forse pedofili, conviventi non sbarbati, figli banalmente degenerati. E gli attori, meravigliosi. Perché la Germania, anzi, Crande Cermania, è un paese civile, che evidentemente sostiene il teatro con contratti televisivi agli attori di prosa, i quali inevitabilmente sono tutti sulla via della maturità, tanto da avere un’aria inconfondibile e vissuta, come vicini di casa in disarmo: gli uomini leggermente consumati, le donne con le borse sotto gli occhi, e nessun segno di lifting. Tanto che perfino il crimine, in quelle storie, sembra connaturato alla routine di quella fiacca quotidianità. E quando il commissario prende il colpevole, un po’ dispiace.

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