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I Fini nascosti

05/07/2001

Si sa che Alleanza nazionale non è stata premiata né nella formazione del governo né nelle cariche parlamentari (vedi il caso Fisichella) e qualcuno si chiede perché Gianfranco Fini continui a fare la faccia soddisfatta. Le ragioni storico-ideologiche saranno pure evidenti; ma Alleanza nazionale è un partito affamato, ha bisogno di posti e di visibilità, e finora la festa dell’occupazione del potere è stata un party di qualità minore. Seguono malumori, a partire da quelli del massimo rivale di Fini, cioè Francesco Storace. In realtà il disegno di Fini è più sottile rispetto a quello dei suoi colonnelli. La premessa obbligata è che il voto del 13 maggio ha mostrato ancora una volta l’incapacità di sfondamento di An, malgrado le doti mediatiche del suo leader e l’impegno del partito. In prospettiva il rischio di subalternità a Forza Italia è tangibile. Si esaurisce il sogno di rendere An così competitiva da poter rivaleggiare elettoralmente con il partito di Berlusconi. Quindi nel medio- lungo periodo occorre un disegno politico alternativo: non la sostituzione di Forza Italia con An, bensì il ricambio della leadership nella Casa delle libertà. In questa direzione, Fini ha già ottenuto alcune caselle strategiche. Il ruolo di vice-premier gli consente una visibilità continua, con infinite possibilità di intervento e di autopromozione. La presenza di Maurizio Gasparri alle Comunicazioni è perfetta per mettere sotto scacco la Rai presente e futura. Si tratta ora di completare l’operazione. Per An diventa essenziale sloggiare Zaccaria & C., e marchiare il futuro Cda, così come riuscire a infilare propri uomini in tutta l’informazione radiotelevisiva. Malgrado l’agitarsi di Storace, si prospetta la nascita di un partito personale di Fini, da mettere in incubazione per via televisiva: chissà se nella Casa qualcuno sospetta qualcosa.

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