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Rimedio dal sapore antico

08/02/2001

I cattivi ragazzi in realtà hanno l’aria di perbenisti generici. La "generazione di sconvolti" mitizzata da Vasco Rossi, ma anche la "generazione senza padri né maestri" descritta da Luca Ricolfi e Loredana Sciolla agli inizi degli anni Ottanta, sembrerebbero un residuo storico. Gli "sprecati", i "ragazzi senza tempo", i "suoni nel silenzio", la "generazione in ecstasy", tutte le categorie apocalittiche suggellate dalla professione sociologica sbiadiscono in un alone indistinto. L’unica certezza è che non traspaiono tracce di rivolte consapevoli, generazionali o politiche, ma neanche famigliari o scolastiche. In un clima psicosociale di bonaccia perdurante, Berlusconi attrae, ma piace Fini, sarà perché "parla bene", e anche Rutelli se la cavicchia. Le frange marginali vistosamente maleducate fanno notizia e increspano la tendenza, ma le grandi percentuali del comportamento dei "baby sboomer" appaiono innanzitutto come la conseguenza fisiologica del disimpegno dei loro genitori. Il disimpegno l’hanno assimilato con merendine, hamburger, playstation e vacanze in camper. Politica in dosi omeopatiche, o al massimo per prescrizione televisiva. Religione quel tanto che basta per non dichiararsi del tutto scristianizzati (non sta bene, i genitori non avranno più certezze, e molti di loro non hanno fatto neppure in tempo a pigliare il Sessantotto, ma si sono fatti prudenti sulla trascendenza). D’altronde, osservato senza moralismi, il telefonino dilagante non è uno strumento esclusivamente di consumo, bensì un surrogato portatile delle infrastrutture: si comunica compulsivamente per noia o per piacere, ma anche per tenere sotto controllo l’organizzazione quotidiana, in una società che i padri si sono dimenticati di modernizzare. Anche per questo continuano a imperare gli oggetti e le figure della rassicurazione collettiva, dalle chat-line agli sms, dalla mamma alla monogamia. A farci caso, un altro sociologo, Franco Garelli, aveva sottolineato opportunamente che nelle società europee più evolute la casistica inverte la tendenza: l’età media del primo rapporto sessuale sale, e la fedeltà di coppia viene riconsiderata come valore. Governare le nuove leve con il ripristino del sette in condotta significa pensare rimedi convenzionali per una situazione inedita: il sistema di premi e sanzioni tende a fallire perché il premio è inadeguato o irrilevante, mentre l’aspetto punitivo è già implicito nella lentezza della scuola rispetto alla velocità esterna. Senza dimenticare che il conformismo spensierato dei 16 anni si trasformerà successivamente in una vendetta, allorché apparirà chiaro che dietro l’indifferenza passiva per le convenzioni non ci sono soltanto devianze saltuarie, episodi di violenza, sballi feroci, spirito di gang. C’è anche, molto più diffuso, l’accumulo progressivo di conoscenze e competenze originali: terrificanti per il potere dei padri e dei fratelli maggiori, domani, quando le convenzioni non schermeranno più la competizione.

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