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Sensibilità trasversale

02/05/2002

Per rispondere alle stranezze della Casa delle libertà, liberista in economia e centralista sulle questioni di coscienza, bisognerebbe evitare di eccepire nel nome di inderogabili quanto presunti criteri di libertà "laica e di sinistra". Nella bioetica il bipolarismo non funziona: le sensibilità individuali fanno premio sulle appartenenze di schieramento, e non è vero che per essere politicamente trendy e culturalmente adeguati è sufficiente sostenere il contrario di ciò che sostiene il centro-destra. Si dà il caso che un individuo di decente cultura politica, e di prudente ispirazione etica, possa essere perplesso o dubbioso rispetto alle possibilità manipolatorie della tecnica: e quindi propenso a considerare con un’ombra di sospetto qualsiasi atteggiamento prescrittivo. Anche perché, ad esempio, diversi aspetti delle tecniche di fecondazione artificiale appartengono a un universo dominato da forme di medicalizzazione spinta. E allora è di destra o di sinistra sostenere il diritto all’eutanasia per sfuggire all’accanimento terapeutico, mentre si accetta un accanimento di altro genere per procurare un concepimento? Dovrebbe essere consentito anche porsi il problema del destino degli embrioni in sovrannumero senza sentirsi accusare di dottrinarismo lepenista; e nutrire qualche dubbio sulla mentalità utilitaristica che accetta come male minore la loro utilizzazione come riserva di cellule staminali senza essere condotti a processo nel nome dell’illuminismo. Di fronte alle domande radicali, le sensibilità sono trasversali. Così, io posso essere sicuramente e classicamente progressista sul piano socio-economico, e nello stesso tempo essere diffidente rispetto alla libertà tecnica di riproduzione, omologa o eterologa che sia. Non solo: a voler estremizzare, sarebbe interessante valutare quanto sia politicamente generosa, oltre che umanamente soddisfacente, la decisione di adottare un bambino, o se invece non sia più impegnativa e "fair" sul piano dell’impegno sociale la scelta dell’affido. Ci sono insomma settori in cui i programmi politici sfuggono alle logiche partitiche e le intenzioni morali, così come le preferenze filosofiche, sono irrimediabilmente trasversali e soggettive. Si respinga pure la pretesa di imporre un canone bioetico, ma anche l’idea di reagire all’imposizione attraverso un canone opposto di libertà "irrinunciabili". Dopo di che, si obietta, rimane irrisolto il problema del "che fare" sul piano delle leggi. Ma talvolta di fronte ai dogmatismi, l’unica saggezza praticabile è quella incerta, dubbiosa, riassunta nel "ciò che non siamo, ciò che non vogliamo".

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