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La noblesse delle pop news

09/12/2004

Ma il principe Carlo può dedicare un servizio al principe Carlo? Certo che può, se Carlo I si chiama Rossella e Carlo II è il principe di Galles. Quest’ultimo è l’eterno erede al trono del Regno Unito, mentre Charlie Rossella era l’eterno pretendente al Tg5. Così, una delle principali eredità del mondo contemporaneo è stata assegnata. Gli altri possono attendere. Noblesse oblige. Diffuse inquietudini attendono colui che è stato definito "l’Ansaldo degli anni Duemila", ossia un giornalista schierato quanto brillante, amante dell’aristocraticità (più che degli aristocratici), sostenitore sfrontato di Silvio Berlusconi senza nemmeno essere di destra. Fosse arrivato un servo scemo, il Tg5 sarebbe diventato un altro esempio di accanimento terapeutico sul governicolo del Cavaliere. Mentre Carlo I è un professionista di fascia alta: se la lookologa di Silvio gli chiede di mettere i capelli al padrone, lui fa ripassare la copertina al computer, ma dentro di sé forse rabbrividisce. Le sue specialità sono altre: cioè le mitologie metropolitane, le "urban legend", le principesse giapponesi, il tango, gli alberghi di Miami, i terremoti all’edizione delle otto con inviato trafelato; oppure il presidente della Mercedes a cui rubano la Mercedes, e la spiritualità, eh sì, di Al Bano paragonata alla corporeità, ahi ahi, di Loredana Lecciso. Insomma il gossip, trattato con la leggerezza cinica di chi non ama la volgarità ma sa che il pubblico invece sì. Attenzione quindi, perché è scattata una competizione virtualmente fratricida fra due specialisti, Rossella e Clemente Mimun. Se Mimun è popolare, Rossella è pop. Ama quelli che può considerare i propri personaggi, i portatori insani del glamour, i freak dell’attualità "cafonal", Platinette e Cristiano Malgioglio, ma anche Barbara Palombelli e l’ombra di Oriana Fallaci, o di Condoleezza Rice. Con l’ausilio della principessa Cesara, il principe Carlo prepara un tg soffice come una nuvola rosa sull’inflazione, la stupidità del patto, la ripresa mancata, le tasse persistenti, i neo-post-dc, i pre-post-fascisti, i meta-culattoni. È lui l’avversario più insidioso, perché è un amico-nemico, è una somma di personalità, è i fratelli Rossella, come lo chiamò Vittorio Feltri. Sarà lui a diffondere il clima del nuovo berlusconismo, l’infotainment del centrodestra: che poi Berlusconi ci sia o non ci sia, questo è puro accidente, anche per il principe Carlo.

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