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Teo in cerca d’autore

21/10/2004

Ci sono tre fuoriclasse assoluti, nell’intrattenimento tv italiano. In ordine casuale, il primo è Massimo Lopez; il secondo è Fiorello. Il terzo è naturalmente, last but not least come scrivono i polli, Teo Teocoli. Il quale è un genio comico purissimo fin da quando faceva con uno strepitoso Massimo Boldi lo sketch simil-spagnolo di Abelardo Norchis, grandissimo chitarrista castigliano con la mano destra artificiale sinistramente guantata di nero: «È bravissimo», era il tormentone di Boldi. Tutto questo per dire che "Il Teo – Sono tornato normale", il supershow teocoliano in quattro puntate cominciato il 5 ottobre su Canale 5, andava e andrà visto con attenzione. Commento. Bene Teocoli, male lo spettacolo. Per fare la tv deficiente ci vuole Panariello. La tv deficiente è la tv di massa, rivolta al target mediobasso. Teocoli fa il napuletano Felice Caccamo, giornalista e antiquario (il negozio si chiama "Cose di casa d’altri", per intenderci), una macchietta storica, e vabbè. Fa Maurizio Costanzo, e va benissimo. Però annuncia che farà l’imitazione di Antonio Ricci e di Michele Guardì: è sempre stata la sua forza fare personaggi sconosciuti, come la catarrosa critica tv Claudia Vinciguerra, ma in programmi di nicchia. Dove il pubblico è sfizioso, e apprezza la performance anche se non riconosce il performato. Mica siamo schiavi della tv, santo cielo. Ma su Canale 5, in prima serata, tutto questo è rischioso. Già il programma è a rischio continuo di fraintendimento, perché quando arriva Elton John, "quello vero", tutti si chiedono: è un’imitazione? Idem con Zucchero, che sembrava un’imitazione davvero. Quanto all’Alba Parietti, nostra vecchia passione, molta buona volontà, anche se si capiva benissimo che era un’interpretazione di Teocoli. Difatti Teo sa ballare, cantare, recitare, imitare, sa fare tutto ciò che l’Alba vorrebbe saper fare. È più ignorante in filosofia, è vero. Ha tanto l’aria di essere di destra, è vero. E forse è per tutti questi motivi che non gli riescono bene i monologhi. Quello della prima puntata, argomento le vacanze sulla Riviera adriatica, era brutto forte, e non solo perché si intratteneva troppo a lungo sui costumi da bagno degli anni ’60, di lana grezza e pesante, che facevano prudere le pudenda. Comunque: fra tanta fanghiglia, meglio una sera con Teocoli, anche se ci vorrebbe, come anche per Lopez e per Fiorello, un autore.

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