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Paola De Micheli su “Libertà di Piacenza” il 25/9/2014


Con Bonaccini per rinnovare l’orgoglio di sentirci emiliani

E’ ancora fonte d’orgoglio sentirsi emiliani? Li Nonostante la crisi che ha investito le nostre cer¬tezze e i problemi che afflig¬gono anche il modello di governo di una Regione, capace di garantire per decenni il benessere e la qualità della vita?
Io credo proprio di sì. Lo cre-do da piacentina, apparte-nente a un territorio che ha sempre mantenuto uno sta¬tus un po’ speciale di “emilianità”. Siamo la porta occiden¬tale della nostra regione, con lo guardo volto verso Milano e le altre terre di confine, ma con le radici ben piantate in “un paese che – come diceva il compianto Edmondo
Berselli – è un frammento d’Europa, probabilmente una concentrazione razionale e furiosa di normalità, dove tutti odiano l’emergenza”.
E’ questa l’Emilia Romagna che può rilanciare il suo ruolo di Regione chiave per la ri-presa economica e sociale dell’intero Paese. E che avrà una guida salda e competen¬te in Stefano Bonaccini. I1 centrosinistra e il Partito Democratico hanno ancora una volta dato una grande dimostrazione di forza e di vitalità democratica, indicendo le primarie regionali del 28 settembre per la scel¬ta del proprio candidato alla presidenza della Regione. L’occasione di un confronto di idee e di una mobilitazione per offrire all’Emilia Ro-magna un orizzonte di svi-luppo e di crescita nei prossi-mi cinque anni. Stefano Bonaccini ha le qua¬lità e la cultura politica adeguata per raccogliere a pieno questa sfida. E soprattutto non la affronterà da solo: al suo fianco ci sono tanti am-ministratori, che hanno im-parato ad apprezzarlo – anche a Piacenza- per la sua at-tenzione al territorio e la sua conoscenza dei punti di forza, e anche dei singoli pro¬blemi locali.
Con Bonaccini c’è anche la parte più viva e radicata del nostro partito, una comunità pensante di donne e di uomini – dal primo dei dirigenti all’ultimo volontario – che soprattutto in questa Regione rappresentano un patrimo¬nio inestimabile: non certo una zavorra al cambiamento, ma una spinta democratica in grado di stimolarci e di mi-gliorare sempre la nostra a-zione.
Buon governo della cosa pubblica, qualità e interna-zionalizzazione delle impre¬se, coesione sociale, rispetto dei diritti e dell’ambiente, standard dei servizi sociali sono un patrimonio costruito negli anni che va persegui¬to e rilanciato con intelligenza, rigore e quell’autentico spirito riformista, che ha sempre contraddistinto noi emiliani.
Un riformismo pragmatico che guarda ai problemi e alle soluzioni possibili, rifuggendo gli slogan e le promesse generiche sul cambiamento, perchè – come è già stato sottolineato – l’innovazione è inscritta nel dna della nostra cultura politica e della nostra classe dirigente migliore. E noi non solo vogliamo innovare, ma sappiamo innovare. Una dose di cambiamento necessario che Stefano Bonaccini sarà in grado di intro-durre nel governo della Regione: anche nei confronti di Piacenza e per ripensare il rapporto con il nostro territorio.
Nel segno di una maggiore razionalizzazione amministrativa, con l’avanzamento del progetto legato alle unioni dei comuni; con più dina-mismo e competitività in economia, per mezzo dello sblocco delle risorse del patto di stabilità; per il rilancio del lavoro e dell’occupazione, con il contributo fondamentale dei fondi strutturali europei; con una grande opera di semplificazione burocratica, sulla base delle voca¬zioni e delle peculiarità di ciascuna provincia; e per consolidare le eccellenze del nostro sistema sanitario. Domenica prossima un voto per Stefano Bonaccini alle primarie è la miglior garanzia perchè il nostro orgoglio di sentirci piacentini ed emiliani trovi nuova forza, e anche la giusta strada che conduce al futuro.

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