Corrado Guzzanti è il comico più materiale. Corrado Guzzanti è il comico più intellettuale. L’antinomia è solo apparente, perché i personaggi reinventati da Guzzanti sono innanzitutto interpretazioni fisiche; ma poi sono anche elaborazioni culturali, proiezioni stralunate di una personalità, doppi sovversivi per quanto sono rivelatori. L’ultimo eroe politico ridotto dolosamente a freak è stato il fenomenale Giulio Tremonti rifatto in "Parla con me", programma di Serena Dandini su Raitre (la domenica in seconda serata). La microonde di Guzzanti aveva già rosolato il Romano Prodi che accarezza la mortadella e dice "fermo, un semaforo, io sono morto nel 1977". Il Fausto Bertinotti che si ingarbuglia in cifre demenziali, sghignazzando per la soddisfazione. Il Francesco Rutelli che recita il programma di governo con l’accento di Alberto Sordi (oppure compone al pianoforte l’inno dell’Ulivo, ricavandone per slittamenti progressivi una cover di "E forza Italia, per essere liberi"). Ma il Tremonti stressato da Guzzanti è forse qualcosa in più. Non tanto per l’imitazione lessicale, dato che l’erre labiale del ministro dell’Economia poteva essere più accurata: piuttosto per avere colto l’aria insieme scientifica e stralunata di Tremonti, individuando le sue teorie geoeconomiche e commerciali per trasportarle in una regione surreale. La battuta antigovernativa: "Non abbiamo aumentato le tasse. Abbiamo raso al suolo il paese ma non abbiamo aumentato le tasse" è militante ma prevedibile; mentre la risposta alla domanda della Dandini sul cuneo fiscale ("Significa che le tasse le pagheranno solo quelli di Cuneo") è una bizzarria geniale, uno scarto che lancia il ministro nell’orbita delle sue dottrine esoteriche, nell’ultradimensione della "lex mercatoria". Siamo a un passo dalla più grande invenzione di Guzzanti, l’Antonello Venditti che canta "Tutto Roma" martellando i tasti del pianoforte ("e se avremo una bambina poi la chiameremo: Ròòòma"). Manca proprio un niente. Peccato che Guzzanti cada nel popolaresco, quando fa inciampare catastroficamente Tremonti nell’impronunciabilità delle "cartolarizzazioni". Nel progetto comico dell’infame Corrado, Tremonti, con i suoi "ma dai" e "porca puttana" è l’ideologia vivente del commercialista lanciato nella globalizzazione, o nell’iperspazio. Meglio non volgarizzarlo, dato che non si è visto niente di meglio, ultimamente.
27/10/2005