Sarà che il mondo è guasto, il gusto è corrotto, Dio e Marx sono morti; il fatto è che la puntata in prima serata di "Dove osano le quaglie" (Raitre, giovedì 23 giugno) ha fatto poco più del 6 per cento. Bidonati dunque tutti quelli che pretendono la televisione di qualità, perché Antonello Dose e Marco Presta fanno tv pregiata. Eccoci serviti. Bisognerà ricominciare a distinguere fra intrattenimento di qualità e risultati di nicchia, altrimenti i buoni verranno sempre sconfitti dai cattivi. Comunque, anche se al 93 abbondante per cento dell’Auditel ciò non interessa evidentemente un tubo, la puntata delle "Quaglie" assaggiata nell’occasione era ottima, con punte di eccellenza. Non si può nemmeno attribuire al duo Dose & Presta qualche difetto in più di quelli che hanno: uno dei due pronuncia romanamente "telecàmmera", entrambi fanno le smorfie, sfoggiano antipatia, parlano spessissimo della Rai, con battute su corridoi e dirigenti della Rai (ignari che al resto d’Italia della Rai e dei suoi dirigenti e autori e funzionari e sicofanti non importa niente). Ma intanto hanno presentato un numero di Neri Marcorè da lasciare sbalorditi, tanto l’ex imitatore di Maurizio Gasparri è diventato bravo (il numero era una serie di "entrate" a tema: l’entrata del calciatore nevrotizzato, chewing gum masticato autisticamente e ossessione per i capelli; l’entrata dell’attore dopo un successo straordinario, tutto merito suo; l’entrata dell’attore dopo un flop spaventoso, tutta colpa degli altri, segnalata con occhiate di sbieco che rivelano di chi sia la vera responsabilità…). Imperdibile anche uno sketch fra due carrozzai, interpretati sempre da Dose e Presta, impegnati a martellare opportunamente due sportelli d’auto, che telefonano agli amici per farsi togliere le rispettive multe: uno dei due telefona a un tale Joseph, «vabbé, Benedetto…», per farsi levare la contravvenzione per divieto di sosta in via della Conciliazione. «Ah peccato, per un metro non è in zona tua, ho capito, pazienza, amen». E allora? Allora bisognerà che Dose e Presta si impegnino di più. Restare aggrappati al 6 per cento confermerebbe un fraintendimento. Scendano al 5, al 4, al niente, al sottozero, facciano cultura. Solo allora potremo difenderli. Adesso si limitano a essere divertenti con intelligenza. O eliminano l’intelligenza oppure liquidano il divertimento. Che escano dall’equivoco, finalmente.
14/07/2005