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La politica del cavalletto

13/01/2005

Cibo, medicine, tende. Ma anche ospedali da campo, potabilizzatori, aerei e orfanotrofi da realizzare sul posto. Le prime a muoversi sono state le organizzazioni non governative (Ong) forti di una presenza consolidata nell’area devastata dal maremoto di Natale. Mentre la raccolta dei fondi sta coinvolgendo tutto il Paese, dai consigli comunali alle banche, dalle squadre di calcio ai sindacati e alle imprese, anche il governo sta facendo la sua parte attraverso i suoi tradizionali strumenti operativi per le emergenze umanitarie: Protezione civile e Croce rossa italiana. Insomma, l’Italia della solidarietà si è mobilitata per soccorrere le popolazioni del Sud- est asiatico. Ecco un quadro dei soggetti in campo e delle loro prime iniziative. Governo Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Gianfranco Fini rivendica l’attivismo dell’esecutivo: «Ci siamo mossi con grande tempestività, dando risposte concrete ai bisogni immediati delle popolazioni colpite». Alla Farnesina si lavora per portare soccorsi, ma soprattutto per coordinare le offerte di aiuto, finanziario, ma non solo, che arrivano da tutto il Paese. C’è l’unità di crisi che lavora per aiutare i connazionali ancora presenti nell’area e per tenere la contabilità delle perdite umane. Ma c’è soprattutto il Comitato di coordinamento nazionale per gli aiuti che cerca di mettere a punto le iniziative più adeguate ed evitare sovrapposizioni e sprechi. Ne fanno parte i rappresentanti delle regioni, delle province e dei comuni, dei sindacati, delle università, delle Ong e delle tante sigle impegnate nel volontariato. Aiuti immediati il ministero degli Esteri li ha già portati appena 24 ore dopo il maremoto: due aerei decollati dall’Italia alla volta dello Sri Lanka, per esempio, con un carico di 80 tonnellate di materiali di pronto soccorso. Ma il grosso deve ancora partire. Si tratta di attrezzature e medicinali destinati alla prevenzione di epidemie, compresi i depuratori per l’acqua. E personale medico. Protezione civile È l’organismo governativo che si è mosso per primo. Attraverso l’istituzione di una cabina di regia in grado di gestire le operazioni di soccorso. Ne fanno parte rappresentanti di Enac, Alitalia e Forze armate. Poi, con l’invio di aiuti concreti: tre team composti da specialisti dell’emergenza e medici spediti in Sri Lanka a Colombo e in Thailandia; due idrovolanti Canadair, partiti da Roma l’ultimo dell’anno. E ancora: 150 tende a Colombo per oltre 1.500 persone; 10 mila chili di farmaci e attrezzature mediche per arginare il rischio epidemie; sei tende sanitarie per la predisposizione di altrettanti posti medici avanzati; tre gruppi elettrogeni. Croce rossa Gli aiuti sinora portati sotto la sua bandiera sono opera essenzialmente della Federazione Internazionale, che ha lanciato un appello per raccogliere oltre 53 milioni di dollari, destinati a finanziare soccorsi a circa 2 milioni di persone su un arco di 6-8 mesi. È stato anche inviato in Sri Lanka materiale sanitario per 120 mila persone e team di specialisti per allestire 66 campi. Quanto alla Croce Rossa Italiana, due ore dopo la catastrofe, ha messo sul tavolo 300 mila euro per i soccorsi immediati. Poi ha avviato una raccolta straordinaria di fondi mobilitando tutti i suoi volontari. Lanciato anche un "Programma di igiene nei gruppi familiari" grazie al quale, ogni mese, saranno distribuiti in Indonesia e Sri Lanka oltre 40 mila pacchi contenenti saponi e shampoo. Infine, il fronte medico-ospedaliero: il commissario straordinario Maurizio Scelli programma l’allestimento di due campi medici con potabilizzatori delle acque (speso un milione di dollari) in zone ancora da individuare. Ong e privati Sono 23 le organizzazioni non governative italiane che stanno prestando assistenza in loco. Secondo gli ultimi dati forniti dall’Associazione delle Ong italiane, in India operano 13 organismi; in Sri Lanka 12; in Indonesia tre; in Myanmar due e uno in Thailandia. Presenti tutte le sigle storiche come Caritas, Cesvi, Mani Tese, Movimondo, Alisei, Coopi, Intersos e Focsiv. Il grosso degl’interventi s’indirizza verso l’assistenza nei campi degli sfollati, il supporto idrico-sanitario e la cura dei minori. Ma i progetti già operativi spaziano dalla ricostruzione dei villaggi alla riabilitazione, dai sostegni agricoli alla scolarizzazione. Come spiega Giangi Milesi, direttore della raccolta fondi del Cesvi, «non serve mandare roba a casaccio, tipo vestiti o generi alimentari, perché a quelli pensa già abbastanza bene la rete di solidarietà locale, anche se in Europa se ne parla poco». Molto più importante l’impegno su fronti più tecnologici, come i dispositivi per rendere l’acqua potabile. Anche Sergio Marelli, presidente delle Ong italiane, invita gli italiani a guardare più nel proprio portafogli che in soffitte e cantine, e sconsiglia inutili partenze di volontari. «In quelle zone c’è troppa confusione e noi stessi preferiamo affidarci ai partner locali», racconta Marelli. Non a caso, nelle zone colpite dalla catastrofe sono presenti solo una trentina di italiani e gran parte del lavoro è svolto con personale del posto. Tantissime anche le iniziative dal mondo economico e finanziario. Solo per fare qualche esempio, Sma e Auchan hanno offerto viveri alle principali Ong. San Paolo-Imi ha stanziato 250 mila euro, mentre Unicredito ha avviato una raccolta di fondi che il 4 gennaio aveva toccato il milione di euro. Ma la lista delle iniziative benefiche è sterminata, si va dalla Lega delle cooperative ai commercianti, fino ai calciatori dilettanti, la cui Lega si è impegnata a raccogliere 500 mila euro tra i tesserati. Finanziamenti Come verranno finanziate tutte le attività di soccorso "made in Italy"? Per quanto riguarda gli aiuti governativi, a parte i 4 milioni di euro spesi subito per inviare i primi aiuti, la voce più sostanziosa è poco più che una partita di giro. La Farnesina pensa di attingere alla voce dei debiti con l’Italia contratti da alcuni paesi dell’area colpita, ovvero 9,4 milioni di dollari per lo Sri Lanka e altri 30 milioni per l’Indonesia. Per arrivare ai 70 milioni di euro preannunciati da Fini si punta soprattutto sulle donazioni che arrivano via sms dai cittadini (22 milioni di euro al 4 gennaio). E proprio sulla gestione di questa montagna di offerte è scoppiata la bagarre tra Croce rossa e Protezione civile. Dopo 48 ore di polemiche, è dovuto intervenire lo stesso vicepremier per affidarli ufficialmente agli uomini di Bertolaso. Sul fronte privato, invece, basta navigare su internet. Tutte le Ong hanno siti facilmente accessibili (un sistema è accedervi da "www.vita.it", il portale dell’omonimo settimanale del Terzo settore), dove si illustrano i singoli progetti e le modalità di donazione. Nei primi dieci giorni, la raccolta ha già fruttato diversi milioni di euro. Cifre precise sono ancora impossibili da ottenere, ma per farsi un’idea del ritmo delle donazioni basta prendere il caso del Cesvi che in una settimana ha raccolto oltre 110 mila euro dalle carte di credito. Se si tiene presente che di solito attraverso questo strumento arriva appena un decimo delle offerte complessive (il grosso arriva per posta), si può intuire quanto il ritmo delle donazioni sia impetuoso. n

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