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60 mila volte Treccani

29/12/2006

C’è sempre un fascino particolare nelle opere che raccolgono storie di vita: ma nel caso dell’"Enciclopedia biografica universale" che "L’espresso" e "la Repubblica" mandano in edicola a partire dal 27 dicembre la suggestione aumenta se si pensa alle caratteristiche dell’iniziativa. Perché si tratta di un’opera inedita, realizzata in esclusiva per il Gruppo editoriale L’Espresso dalla Biblioteca Treccani, il più prestigioso istituto enciclopedico italiano: 20 volumi di 720 pagine l’uno, che saranno distribuiti con i due giornali (il primo volume è in regalo, il prezzo dei successivi è di 14,90 euro), e che comprendono 60 mila voci biografiche, storie di figure illustri che si sono distinte nella storia, le scienze, l’arte, la politica, il costume, l’economia; a cui si aggiungono 300 grandi biografie redatte da firme illustri, a partire dai primi del Novecento, tratte dalla Grande Enciclopedia Treccani, e 3 mila immagini. Un insieme di vite, dunque. Una folla impressionante. Una rassegna, ma anche un panorama straordinario, prima ancora che uno strumento di studio, di verifica e di approfondimento. Come scrive nella presentazione dell’opera il presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana, Francesco Paolo Casavola, l’Enciclopedia biografica universale «ci aiuta a vedere nel passato non informi rovine, ma costruzioni umane, e sui loro modelli migliori può essere concepito il nostro futuro». D’altra parte, per comprendere il significato di un repertorio vasto come questo, dobbiamo anche pensare che molto è cambiato negli ultimi due decenni sul modo in cui si guarda alla storia e all’agire umano. Fino all’altro ieri infatti si tendeva a interpretare il mondo sulla scorta dei pensieri forti, le grandi narrazioni politiche, le cosiddette ideologie, ossia complessi di idee, criteri, valori che travalicavano l’individuo e la sua vicenda materiale. Esistevano, certo, le persone, uomini e donne, ma andavano iscritte dentro una visione complessiva. C’era l’abitudine a considerare il singolo come una manifestazione di un sistema. E vigeva anche il dogma secondo cui la vita andava separata nettamente dalle opere. Oggi invece possiamo di nuovo farci affascinare dalle esistenze singole. Cercare di spiegarci una scoperta scientifica o un’opera letteraria anche, se non soprattutto, a partire dalla storia umana di un protagonista. Per dire, se prendiamo la parabola di Albert Einstein, possiamo limitarci alle scarne formulazioni con cui di solito si accenna alla teoria della relatività "ristretta" e alla relatività "generale"? Agli occhi di un lettore contemporaneo, Einstein non è soltanto lo scienziato che ha rivoluzionato il modo di concepire lo spazio e il tempo: è stato anche l’intellettuale provocatore, il pacifista, il cosmopolita; è stato un’icona beffarda, che rappresenta un "esserci", non un ritrarsi dal mondo e dalla società. Niente torri eburnee. Dietro una figura come quella di Einstein, e al suo fianco, in un reticolo di rimandi virtualmente infinito, non ci sono esclusivamente le equazioni e le teorie che disegnano un universo differente da come era sempre stato pensato. Non c’è soltanto l’universo quantico e il principio di indeterminazione, quanto piuttosto il «Dio non gioca a dadi» con cui Einstein tentò di obiettare all’intuizione di Heisenberg. Ma soprattutto, nella traiettoria intellettuale di un genio, è compreso il riflesso della sua concezione sui contemporanei, in settori e sfere intellettuali diverse. Così come la sintesi di Freud condusse l’arte a cercare profondità sconosciute, anche l’universo di Einstein fece esplodere, per "simpatia", come una deflagrazione implicita, le arti e le tecniche narrative del secolo scorso. Proust, Musil, Kafka, Joyce, le grandi avanguardie degli anni Venti e Trenta del Novecento, appaiono allora il frutto implicito di uno sguardo inedito sul mondo delle cose. E non c’è soltanto questo aspetto: chi oggi volesse ripercorrere la vicenda letteraria di James Joyce, per citare uno dei grandi innovatori della narrazione, o dell’antinarrazione, potrebbe ricorrere a studi sofisticati, in chiave linguistica, stilistica e psicologica; ma oggi che cosa ci importa di più, la tecnica dell’"Ulisse", il "flusso di coscienza", le sue invenzioni distruttive rispetto alla classicità del romanzo, o la vita di Joyce, la sua storia di irlandese, di triestino, di scrittore europeo? O la vicenda del suo matrimonio appassionato e complice? In modo analogo si comincia a guardare diversamente anche alla politica. Anziché alle tendenze fondamentali e alle "famiglie politiche", dal socialismo al liberalismo, risulta sempre più rivelatore osservare la biografia di Karl Marx, o l’avventura rivoluzionaria totale di Lenin. Per venire ai giorni nostri, ci sono alcune vite che illuminano un’epoca, o la fase di un cambio di scenario. Parlare in astratto del peronismo significa descrivere una esperienza politica di populismo sudamericano in una singolare miscela di autoritarismo e gestione pansindacale; ma leggere la vita di Evita Perón equivale a osservare un’esperienza in cui una figura di donna si trasforma in simulacro della politica, in immagine quasi sacra (e infatti trasferita nel culto con il musical e il film di un’altra immagine pagana e sacra, la santa e perversa Madonna). A ripercorrere il XX secolo, chi meglio di John Fitzgerald Kennedy impersona le aspettative di cambiamento dei primi anni Sessanta, nell’età di Krusciov e di papa Giovanni? Ciò che rimane oggi, a parte il tema dell’integrazione razziale, è la scena di un’America impaziente che trova il suo presidente giovane, irlandese, cattolico, bello, con la moglie affascinante e stilizzatissima, e sullo sfondo il legame leggendario con donne bellissime come Angie Dickinson, Marlene Dietrich, e naturalmente Marilyn Monroe, la bionda mozzafiato di "A qualcuno piace caldo", la commedia inimitabile del "viennese" Billy Wilder. Difatti, anche della Monroe, che cosa rimane? I film, certamente, perché gli uomini preferiscono le bionde. Ma sono film che adesso guardiamo alla luce della fine tragica dell’attrice; una persona di cui, a saper guardare e leggere le testimonianze in proposito, non resta semplicemente la bellezza d’epoca, bensì l’intelligenza e la dedizione politica («Io sono un soldato del presidente, perché quest’uomo sta cambiando il mondo»). Per certi aspetti, giudicare la storia attraverso le idee, o le ideologie, equivale a interpretare una partita di calcio recensendo i moduli tattici e gli schemi di gioco. Mentre risulta sicuramente più suggestivo ripercorrere i momenti magici dei grandi campioni. Gianni Brera, che fu un grandissimo scrittore, oltre che un critico sopraffino non solo calcistico, dedicò un libretto (pubblicato da Longanesi) alla figura di Helenio Herrera: in cui il "Mago" diventava protagonista sul campo e fuori dal campo. E in cui la sua personalità spiegava quel calcio di più e meglio che non l’illustrazione degli accorgimenti tecnici in campo. Lo schema della prevalenza della vita sulle opere sembrava una forzatura o un equivoco, all’epoca della correttezza politica. Ma in quest’ultima fase è diventato addirittura lampante: basta pensare alla figura e all’effetto mondiale di una personalità come quella di Karol Wojtyla. Allo spettacolo della sua vita e alla spettacolarizzazione della sua morte. Una parabola in cui la presenza viva del papa, la sua stessa forza e fragilità fisica è diventata uno strumento di affermazione della chiesa cattolica, un segno della sua potenza simbolica e reale. Dopo essere usciti dal solco dell’ideologia, naturalmente si viaggia a tentoni. Non ci sono bussole, non ci sono sestanti politici. Ciascuno di noi deve andare alla ricerca di un tragitto possibile, di pensiero e di vita, affidandosi alla propria capacità e alla propria sensibilità: sessantamila vite sono un patrimonio impressionante, per provare a capire, quando occorre, ciò che è vivo nella nostra cultura, nel mondo di oggi, e ciò che invece si è inabissato. D’altronde, ogni esistenza è un mistero: ritrovare le tracce di questo mistero è un modo possibile per non perdersi nella folla del mondo contemporaneo. n

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