Sbagliato prendere il nuovo libro di Gian Antonio Stella, "Avanti popolo", appena pubblicato da Rizzoli (pp. 304, euro 17,50) come uno dei consueti missili terra-aria dell’inviato del "Corriere della Sera" contro la politica italiana. Chi ricorda l’umore nerissimo delle due edizioni di "Tribù", libro che ha provocato seri danni alla destra e ai berluscones, potrebbe pensare che anche questo repertorio di «figure e figuri del nuovo potere italiano», come suona il sottotitolo, potrebbe configurarsi come un altro capitolo demolitorio, questa volta ai danni del centrosinistra. Certo, Stella si impegna. Porta già dentro di sé l’irritazione verso la carica dei 102, la spartizione governativa, il lotto continuo fra i partiti, insomma la cattiva prova pratica del centrosinistra che ha conquistato «per un pelo» la possibilità di governare. Nel leggere i 35 ritratti che compongono il volume, in ordine alfabetico dall’altermondialista Vittorio Agnoletto al redivivo liberale Valerio Zanone, non si può fare a meno di ammirare l’eccezionale qualità del lavoro di ricostruzione compiuto per ogni protagonista o comprimario della "nuova fase". E l’ammirazione cresce di fronte alle annotazioni dell’autore, per lo stile con cui rileva prove e indizi che inchiodano il centrosinistra. Prendiamo il capitolo su Giuliano Amato, uno dei più complessi: il chiaroscuro di Stella mette in luce tutte le sfaccettature del dottor Sottile, riconoscendogli una qualità tecnico-professionale fuori del comune; ma nello stesso tempo mette a fuoco anche la sua capacità di praticare giochi di prestigio sul proprio ruolo, sulla propria insostituibilità, sulla propria fungibilità. È vero che sparire oggi per riapparire in piena luce domani è una delle doti migliori dei politici veri. Ma è anche la dimostrazione che il centrosinistra è un labirinto di corridoi politici in cui si concentrano le oligarchie. Stella è troppo giornalista per buttarla sul dover essere: questi sono i politici che abbiamo, con loro facciamo i conti. E i conti possono essere anche divertenti, come con Massimo Cacciari, a cui è dedicato uno dei passaggi più clamorosi del libro. Perché il doge filosofo, Cacciari III di Venezia, quando è accusato di seminare lo scompiglio fra gli avversari e i compagni, «sbuffa e tira diritto, spiegando Hegel agli hegeliani, la dodecafonia ai dodecafonici, il papato al papa, l’idraulica agli idraulici, l’ascesi agli ascetici, il calciobalilla ai calciobalillisti». Dopo un exploit come questo, si può scegliere fior da fiore quali figure o figuri eleggere fra i più interessanti nel catalogo di Stella. Il «cattivista nella sinistra buonista» Sergio Chiamparino, il sindaco di Torino plebiscitato dal 66,5 per cento dei voti al primo turno? In ogni caso la preferenza va ai meno conosciuti. Perché la fisicità emiliana di Romano Prodi è nota, così come la rotondità simbolica del suo gluteo; si sa tutto di D’Alema, Veltroni, Napolitano, Fassino, Bertinotti, Rutelli. Mentre risultano irresistibili i personaggi come Luis Dürnwalder, presidente della provincia di Bolzano e vero capopopolo sudtirolese; ed è indimenticabile il ritratto crepuscolare di Arturo Parisi, l’omino di ferro somigliante al Negus che persegue il partito democratico con un’ostinazione metafisica; così come anche il profilo di Tommaso Padoa- Schioppa, il freddo tecnocrate ritrovatosi nel caldo torrido dell’avventura politica. Insomma, "Avanti popolo" manca il colpo del ko, ma non per colpa dell’autore. La sua onesta malizia è un dono impagabile: Stella è un artista del ritratto imbarazzante. Alla fine viene certamente fuori una sinistra estemporanea, incerta, pasticciona. Ma pur sempre meno peggio della destra. Meno legata ai soldi, meno prigioniera degli affari. L’autore fa di tutto per esprimere il suo disincanto. Tuttavia, mentre si registra da atti, documenti e dichiarazioni che questa è un’armata in cui pullulano i mediocri, gli incapaci, i politicanti, viene fuori a ogni pagina che sono i "nostri" politicanti. Fanno magari rabbia; ma non fanno paura. n
03/08/2006