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Afflitti dalle fiction

10/07/2008

Premessa maggiore. Finalmente! Finalmente abbiamo capito perché la fiction italiana fa pietà e le soap domestiche fanno pena. Non è solo questione di storie miserabili, intrecci stupidini, ambientazioni deprimenti, tanto che molto spesso è sbagliato l’arredamento e fanno schifo anche i mobili. Adesso sappiamo che quando si vede un’attrice cagna, o "cagna spaziale", può dipendere certamente da un casting sbagliato, ma il più delle volte dipenderà da raccomandazioni che vengono dall’alto, insensibili al merito. Ma anche sul piano internazionale le cose non vanno sempre lisce. La nuova sitcom di Fox, "Til Death – Per tutta la vita" (in onda il mercoledì sera alle 21,50) prometteva bene. Due coppie a confronto, i Woodcock e gli Starck: i primi sposati da appena dodici giorni, e quindi dotati di entusiasmi e fervori amorosi, e perfino erotici; gli altri due con lungo matrimonio, 24 anni, alle spalle, e quindi scetticismi, abitudini, stanchezze, allegri o rassegnati cinismi. Le prime due puntate erano ben scritte (quelle successive meno); buone le battute, discrete le storie, ottimamente intercettati i tic. E allora perché il programma non funziona? Con ogni probabilità perché sono sbagliati gli attori. Pazienza per la coppia di sposini Woodcock, un po’ troppo prevedibilmente scemi ma accettabilmente carini. Ma i due Starck sono davvero orridi, lui un omone impresentabile e rozzo, lei un botolo di cellulite. Recitazione naturalmente sopra le righe, solite risate registrate, alla fine sensazione di fastidio, e la certezza di un’occasione persa. C’è solo da sperare che non li abbia raccomandati nessuno.

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