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Binario poetico

12/02/2009

Ho voluto rivedere "Canto del popolo ebraico massacrato", interpretato da Moni Ovadia con la Stageorchestra e andato in onda su Raidue ("Palco e Retropalco", a cura di Giovanna Milella) per celebrare il Giorno della Memoria. Lo spettacolo di Ovadia, prodotto da Promomusic e Raitrade, è stato realizzato al binario 21 della Stazione centrale di Milano, alla presenza di Liliana Segre, che fu deportata tredicenne ad Auschwitz. È superfluo dire la suggestione suscitata da questo programma. Il poema di Itzhak Katzenelson (ucciso ad Auschwitz nel 1944), "canto di un morituro" scritto nel lager di Vittel in Francia, fu ritrovato dopo la liberazione in un barattolo interrato. La regia di Felice Cappa accosta le immagini della performance di Ovadia con materiale d’archivio e con riprese effettuate nel cimitero ebraico di Praga, alla stazione di Lodz, davanti ai resti del muro che chiudeva il ghetto di Varsavia. Alla fine dello spettacolo, sostenuto dalla voce di un’interprete bravissima, Lee Colbert, Liliana Segre ha raccontato la sua vicenda di deportata, cominciata proprio dal binario 21 della stazione di Milano (che diventerà la sede della Fondazione Memoriale della Shoah). Al di là della bravura degli esecutori, sottolineata dalla direzione musicale di Emilio Vallorani, il programma di Raidue costituisce un documento televisivo di forza impressionante, che ci si augura di poter trovare presto in commercio. Per la sua assenza di retorica, per la capacità di trasformare la tragedia in poesia, la prestazione di Ovadia, con la sua testimonianza dai luoghi della Shoah, costituisce una delle produzioni culturali più belle viste negli ultimi tempi.

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