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clemente per vocazione

26/07/2007

Caro Clemente J. Mimun, ci scusi per questi consigli non richiesti. Ma adesso che si è insediato sullo scranno più alto del Tg5, le confessiamo che siamo preoccupati. Vede, abbiamo tutti la sensazione che la battaglia politica raggiungerà il calor bianco, e che il suo Editore mobiliterà tutte le risorse disponibili per creare un clima favorevole a sé e negativo per i suoi avversari. Ci è capitato di vedere un settimanale del gruppo che nell’ultimo numero ha pubblicato quattro editoriali, diconsi quattro, tutti per dimostrare quanto è insopportabile Romano Prodi con il suo governo. Lei non cada nella trappola. Dicono che si debba a lei l’invenzione del "panino"; ma ai nostri occhi lei rimane il creatore dell’Almanacco del popolo in chiave moderna, quando trasformò il Tg2 in un rotocalco popolare, in cui la parte dedicata al costume e all’intrattenimento, con i servizi sull’estate e sull’inverno, e con i problemi delle mezze stagioni, bilanciava quel tanto di politica che si riteneva strettamente necessaria. Quel telegiornale ha fatto scuola. Non tanto per ciò che ha compiuto il suo predecessore Carlo Rossella al Tg5: Carlito lo conosciamo bene, e sappiamo quale sia il suo godimento intellettuale nel trasformare le notizie in intrattenimento. Ma anche l’insospettabile direttore del Tg1, Gianni Riotta, ha capito che il telegiornale non è semplicemente una fonte di news, ma una forma di televisione, e cioè di spettacolo, da condire con una visione "sociale" su ciò di cui parla la gente: il sole, il caldo, il mare. Quindi lei non rinunci alla sua vocazione. Ha certamente la possibilità di prendere le notizie e di trasformarle in una clava contro il governo, la sinistra, Veltroni, il Partito democratico, la sinistra alternativa. Ma a che servirebbe? A nulla. Non serve a niente maramaldeggiare contro la sinistra. Da lei ci aspettiamo uno scintillio, il glamour, una patina di sciccheria, e quando occorre una full immersion nel popolo. Non ci deluda. La nazione ha bisogno anche di una destra dal volto umano. Tanto, lo sanno tutti che il paese, e quindi l’audience, è di destra. È un paese di vecchi, di pensionati che amano incazzarsi, di prepensionabili che pensano solo alla pensione. Non ci metta dell’intenzione in più: lasci che le cose vadano come vanno. Almeno, subiremo il ritorno della destra come una malattia, come una fisiologia: lei, per favore, ci metta un po’ di humour.

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