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Com’è trash quell’exit poll

01/07/2004

Le elezioni del 12-13 giugno hanno mostrato l’inadeguatezza della tv intesa come infotainment nel commentare gli esiti del voto. Il grande talk show della domenica elettorale, distribuito su varie reti, ha messo in luce che queste trasmissioni sono gravemente danneggiate dalla politica, dai protagonisti e dagli attori minori. Un modesta proposta implicherebbe quindi l’abolizione di Bondi e Schifani, i supporter fondamentalisti di Berlusconi, se non fosse che il segretario dei Ds, Piero Fassino, ha rifatto nel 2004 la performance delle politiche del 2001, allorché impiegò buona parte della notte per annunciare che i dati in suo possesso smentivano la vittoria della Casa delle libertà. Questa volta Fassino ha parlato di una manipolazione gravissima, annunciando che i dati reali avrebbero liquidato gli exit poll e le proiezioni di Nexus. Bruno Vespa non ha fatto una piega, lasciando intendere che si parlava di altri. Il terreo Fassino si è rivolto a Ignazio La Russa definendolo «caricatura di Fiorello», mentre La Russa gli rispondeva con le gentili parole «sei la caricatura di un cadavere». Ora sarà poco generoso ricordare al segretario Ds la sua esternazione secondo cui «qualcuno dovrà chiedere scusa» per i numeri sbagliati. I numeri erano giusti, e le scuse avrebbe dovuto porgerle Fassino, se non fosse che nella follia della serata elettorale si è sentito Bondi invitare il direttore del "Corriere della Sera" a cambiare il titolo della prima pagina, perché poco rispondente alla realtà, cioè la leggera flessione, se non la quasi tenuta di Silvio: per cui follia cancella follia. Il trash televisivo è divertente quando è voluto. Ma il grottesco involontario è deprimente. Qualcuno si inventi un programma elettorale in cui il risultato non deriva dalla contrapposizione dei dogmi politici, ma dalle cifre e dalla razionalità delle interpretazioni. Se manipolazione c’era, essa tendeva a presentare nelle "forchettone" un risultato di Forza Italia che fosse il più vicino possibile alle speranze di Bondi, influenzando i titoli sui quotidiani del giorno dopo. Ma se intanto si riuscisse a confezionare una serata senza le risse fra i portavoce e i capigruppo, forse "la gente" non si rifuggerebbe nella triste sapienza qualunque secondo cui non è successo niente e "hanno vinto tutti".

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