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Così Lucio non ritorna in mente

23/09/2004

Difficile trovare in tv qualcosa di più imbarazzante di una commemorazione cantata di Lucio Battisti. La serata di Raiuno da Napoli, in piazza del Plebiscito (giovedÏ 9 settembre), ha fatto oltre il 22 per cento di share e i soliti danni. Giancarlo Giannini che con Giuliana De Sio recita le parole di "Emozioni" fa tornare in mente l’immortale apoftegma di Gianfranco Manfredi: "A volte l’effetto ridicolo non può più essere contenuto: "Parlare con un pescatore per ore e ore e sentire che dentro qualcosa muore". Non era più semplice dire che ti eri rotto le palle a parlare ore e ore col pescatore?". Grossa produzione, comunque, quella di Napoli, ottima orchestra e buoni arrangiamenti, con accompagnamento di un corpo di danza moderna con ballerine polpute, che ogni tanto facevano vedere glutei ottimamente mutandati. Sul palcoscenico, le solite robe secondo cui "Lucio è stato la colonna sonora di cinque generazioni" (variante: "Della nostra vita"). I cantanti, alcuni buoni, alcuni cosÏ cosÏ. Patty Pravo al di là del bene e del male, una bambola di cera che stonava nostalgicamente come quando era giovane. E ogni volta ci si rende conto che quasi tutte le canzoni di Battisti con i versi di Mogol potevano essere cantate soltanto da Lui, perchÈ Maurizio Vandelli che modula "un canto di fagiano sale ad Est" fa ridere. Il fagiano. Dopo il brodo caldo e la trattoria. I pezzi scritti con Panella sono non cantabili per definizione, nonostante la buona volontà di Ron, che si arrischia a interpretare "cadere la guardai riflessa tra ghiacciai sessanta volte che cacciava fuori la lingua e t’abbracciai di sangue m’inguaiai". Di Battisti ci sono rimaste 15canzoni in tutto, quelle che sanno tutti, e fuori da quel canone il mito non è più tanto mitico. Raf che canta "Prendila cosÏ" lascia fredda la platea che aspetta "Mi ritorni in mente" ad accendino spianato. Idem per Antonella Ruggiero e alcuni altri bravi guaglioni. Recuperare il Battisti meno noto, più marginale e sperimentale, è un esercizio che va lasciato al puntiglio di Michele Bovi e dei suoi inediti prudentemente centellinati (oppure a operazioni gentilmente provocatorie come il disco prodotto dall’agitatore culturale Franco Zanetti, "Sinceramente non tuo", 14 canzoni panelliane, cantato da tre vocalist denominati "equiVoci", accompagnamento di archi, neanche un colpo di batteria, spegnere gli accendini e tanti saluti al popolo).

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