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Decalogo contro politica

22/07/2004

A quel che si legge in giro, l’autore di "I dieci comandamenti – Il coraggio di amare" (mercoledì, Raiuno, seconda serata), Luca De Mata, non dev’essere propriamente un cattolico di sinistra. Perlomeno a scandagliare il web, dove la bibbia del gossip Dagospia descrive la sua carriera come direttore dell’agenzia Fides, già consulente di Maurizio Gasparri, legato a vescovi e cardinali vari. Se si intercetta qualche suo testo c’è il rischio di restare storditi, perché De Mata scrive come una specie di Jack Folla in versione ciellina, con l’esclamativo all’ordine del giorno. Il programma tuttavia è interessante. In primo luogo perché è il tentativo di fare una televisione "di massa e di qualità", sette puntate dedicate ai «dieci comandamenti ignorati», «sette valigie di appunti riportate dal ritorno di un viaggio tra culture, popoli, religioni diverse cercando di tessere una trama di dialogo e di confronto». Qui il lessico è ancora molto metaforico, ma bisogna dire che il problema posto da De Mata con il suo programma è complesso. Si può rappresentare il "decalogo negato" con le immagini «più spesso drammaticamente disperate che gioiose», organizzando intorno a ogni comandamento il materiale registrato, e mostrando un flusso continuo di situazioni gravi, spaventose, vergognose, tragiche? Che cosa ne è allora del contesto e della storia? Nella puntata dedicata a "Non desiderare la donna d’altri. Non commettere atti impuri", si assisteva a una sfilata impressionante di donne violate. Ma viene da chiedersi, seriamente: situare a un capo della rappresentazione i dieci comandamenti, e dall’altro la brutale fenomenologia della contemporaneità, consente di interpretare quelle immagini e quelle storie, oppure pone a confronto due polarità inavvicinabili? Al di sopra di tutto, nel titolo, si stagliano i comandamenti. Sotto, nel film, si stende la violenza, la povertà, la durezza del mondo di oggi. Forse qualcuno può trarne l’idea che la politica non serve, che la storia è inutile per capire la terra: che soltanto un Dio ci può salvare. E qualcun altro può contestare "da sinistra" questa interpretazione, senza passare a priori per marxista. Comunque, per un programma di Raiuno, buon ritmo, forza dei documenti, una seconda serata come Dio comanda.

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