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Fiction in pensione

02/10/2008

Chi ha visto qualche sequenza della serie boom di Raiuno, "Fidati di me" si sarà chiesto le ragioni del suo successo. Non che sia un prodotto di cattiva qualità. Anzi: è un prodotto di fiction ottimamente realizzato per il pubblico televisivo standardizzato. Ormai è questo il destino dei programmi tv. Si isola il pubblico di riferimento, lo si analizza al microscopio e gli si scrive addosso la trasmissione. Qualcuno ha avanzato per il target la definizione di "nonne di Torre del Greco": pensionate meridionali, con scolarizzazione bassa, attività casalinga, fortissima esposizione ai programmi televisivi. Una volta le «anziane signore del Centro-sud con licenza elementare», come le ha definite sul "Riformista" Remo De Vincenzo, erano un problema per le reti generaliste: non erano un target attraente per la pubblicità; adesso, nella totale disgregazione dell’audience, rappresentano invece un blocco d’ascolto pregiato. "Fidati di me", che ha raggiunto gli stessi numeri (intorno al 25 per cento di share) dell’altro programma simbolo della Rai, "Carràmba che fortuna", è costruito sapientemente proprio per questa fascia di pubblico. Il personaggio dell’ex magistrato Elena Donati che torna in campo per ritrovare una figlia e ritrovarsi con lei, è perfetto anche dal punto di vista dell’immagine. Merito degli autori, e di Virna Lisi, sempre convincente a qualsiasi età (anche ovviamente se il pubblico maschile, settentrionale e laureato guarda i gol della domenica, altro che le fiction).

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