In attesa di conoscere il risultato del voto popolare, ci sono comunque già due perdenti. Vittime di una sconfitta secca, cattiva, forse irrecuperabile. Sono la nuova generazione della Casa delle libertà, Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini. Avevano cominciato la campagna elettorale belli pimpanti, ottimamente disposti in campo secondo lo schema spettacolare delle "tre punte"; l’hanno conclusa in difesa, oscurati dal forcing mediatico di Silvio Berlusconi, ridotti al rango di riserve, utilizzati soltanto nei ritagli di tempo e nelle partite minori. Qualunque giudizio si possa nutrire sui due cinquantenni del Polo, il loro oscuramento testimonia in primo luogo il fallimento del centrodestra sotto il profilo politico e culturale. Tanto Casini quanto Fini dovevano rappresentare un’alternativa reale alla leadership del Cavaliere, ma sono bastati due mesi di campagna elettorale esasperata per ridurli al rango di gregari. Berlusconi ha giocato tutte le sue carte per salvare se stesso, per drenare voti dagli alleati cercando di concentrarli su Forza Italia, per mantenere un ruolo politico nella fase post- elettorale, per far sapere che comunque vadano le cose nella prossima stagione politica sarà ancora lì. La conseguenza più importante è che come progetto politico il centrodestra non esiste più: esiste semmai l’armata berlusconiana, un esercito di fedelissimi pronti a rilanciare il Verbo del capo. Ma intanto la Lega ha già fatto sapere che in caso di sconfitta elettorale tornerà alla politica delle mani libere (e occorre aggiungere che la probabile bocciatura della riforma costituzionale della Cdl al referendum confermativo darà un colpo durissimo alla tenuta della coalizione). E non si hanno notizie significative, se non qualche ballon d’essai berlusconiano, sui progetti di costruzione del partito unico dei moderati. Sicché ci sono notevoli possibilità che dopo il 10 aprile la Cdl torni a essere un cantiere. Lo stato di malessere delle due mezze punte, chiamiamole così, è testimoniato dal disagio di Fini, praticamente respinto a priori dall’ingresso nel Partito popolare europeo; e dal nervosismo di Casini, particolarmente incattivitosi nelle ultime due settimane di campagna. Ma su tutto si staglia la certezza che nonostante ogni sforzo di immagine il centrodestra sta insieme solo ed esclusivamente grazie al coagulo di Berlusconi. Le varie culture della Cdl non hanno prodotto nessuna sintesi apprezzabile, se non il compattamento a scopo elettorale. L’unica personalità politica in grado di sfidare Berlusconi è stata quella di Marco Follini, che non ha immagine ma ha cultura e coraggio: tuttavia il suo schema, orientato alla sostituzione del Cavaliere alla guida della Cdl (che poi era quello di Bruno Tabacci e di poche altre menti libere dell’Udc), gli è stato ritorto contro, come se fosse una quinta colonna, un nemico che aveva aperto un fronte interno nel centrodestra. Vada come vada, i dioscuri sono stati oscurati. Nel caso della sconfitta di Berlusconi, Fini e Casini si troveranno nella condizione di essere poco credibili nella lotta per la successione. Già appaiono poco convincenti adesso, mentre fanno la voce grossa contro la sinistra e manifestano con flebili sussurri le loro obiezioni al trionfalismo berlusconiano. Hanno commesso il peccato maggiore che si possa fare in politica: vale a dire che hanno manifestato una gratitudine vagamente riluttante a chi li aveva riscattati politicamente dal loro passato missino e democristiano (quando dire dc era un insulto). Ma si è visto che oggi non vanno di moda le misure mignon. Berlusconi ha imposto un duello elettorale in cui mezze figure e mezze punte scompaiono nell’anonimato. Fini e Casini hanno accettato il loro ruolo di comprimari, forse puntando sul paradigma di Gianni Agnelli, secondo cui se Berlusconi vince, vincono anche loro; se viene sconfitto, perde solo lui. È possibile che siano già proiettati sul dopo. Ma con quale carico di credibilità può proporsi come leader chi ha accettato per convenienza di essere gregario? Il futuro di un centrodestra rinnovato passa essenzialmente per questa domanda.
13/04/2006