Ogni anno la critica si chiede se la Gialappa’s Band ha chiuso bottega, ossia se il trio è definitivamente sbollito, e se la loro tv è da consegnare agli archivi (o da buttare nel cesso). È un bel dibattito. Questi sono temi, altroché. Vista l’ultima edizione di "Mai dire lunedì" (Italia 1, otto puntate il lunedì in prima serata) viene da pensare che il funerale mediatico di Giorgio Gherarducci, Marco Santin e Carlo Taranto sia da rinviare, almeno per quest’anno. Perché nel deserto dell’intrattenimento tv la creatività del trio è ancora diversi gradini superiore alla media (anzi, "Mai dire lunedì" è una delle poche trasmissioni che si può decidere di vedere, nella tv generalista). Segreti del programma. Da tempo i Gialappa’s sfruttano la bravura di Michele Foresta, il Mago Forest, comicità moderna e non ancora del tutto riconosciuta. Cinico, cialtrone, infingardo, autentico "bagalun d’l luster" nell’accezione del professor Franco Cordero, ma fortunatamente superficiale, il Mago Forest impersona alla perfezione lo stile dell’Italia contemporanea, dove i fedeli (di qualsiasi fede) fingono di credere a quasiasi cosa, compresa la politica economica di Berlusconi, nella più completa malafede. Il secondo segreto è Fabio De Luigi, attore, cantante, imitatore, "fantasista". E il segreto definitivo è che "Mai dire lunedì" è un programma molto scritto, con le battute e gli sketch preparati da numerosi bravi autori fra cui spicca il talento ormai classico di Walter Fontana. Poi ce n’è anche un altro, di segreti. Cioè che il programma drena la superficie della tv, ne individua la demenza intrinseca, ci gioca sopra, ma mette sempre a confronto la cacca tv normale con la normale realtà che incombe su di noi. Quando i tre della Gialappa’s sfottono il ministro Calderoli, si avverte la sensazione che in quel programma c’è qualcuno che non ignora l’idea che in Italia sono avvenute alcune tragedie: ci si può scherzare sopra, ma pur sempre di tragedie si tratta. Come quando Natalino Balasso, nella parte del ricercatore professor Nerpiolini, con l’espressione scientificamente ineccepibile, autentico morattian-style, dice: «Perché è chiaro che senza risorse la ricerca…», pausa, «va a puttane». Dietro "Mai dire lunedì" c’è la tesi che il paese è andato effettivamente a mignotte, e ci vorrebbe un cuore di pietra per non scoppiare a sghignazzare, anche se sotto sotto fa male.
05/05/2005