Certo che ci voleva una bella determinazione per chiamare Dustin Hoffman dall’ America nelle Marche per fargli recitare L’ infinito di Giacomo Leopardi. Un’ operazione promozionale che dal 20 gennaio riempirà di spot i canali televisivi. Ma ne valeva la pena? Vedere un anziano divo americano che mastica e rimastica i versi del poeta di Recanati e che quando sbaglia la pronuncia esclama «Managgia!» può anche essere divertente, visto una volta. L’ insieme tuttavia è piuttosto disarmante, e visto alla lunga potrebbe diventare insopportabile. Senza avere visto la performance di Hoffman sembra che i critici si siano divisi. Gli uni hanno parlato di provincialismo, gli altri di sprovincializzazione. Misteri schizofrenici della critica telepatica. Lo spot, senza troppa fantasia, recita: «Le Marche le scoprirai all’ infinito». Nel frattempo, di qui all’ infinito, Dustin Hoffman esibisce il suo giubbotto un po’ esaurito, la sua allure un po’ invecchiata, il suo stile fin troppo «ammerecano». E per finire con una lieve volgarità, quanto sarà costato alla Regione il protagonista del Laureato? A occhio, una cifra «ove per poco il cor non si spaura».
2/1/2010
R2
R2 CULT - SABATO