C’è qualche motivo per parlare male del talk show de La 7 "Le invasioni barbariche"? Uno solo, e cioè che ormai il programma viene definito "di culto", e oggi anche chi nutre un rispetto profondo per ogni professione di fede, appena sente la parola culto mette mano al telecomando, nel timore che compaia qualche ateo devoto, un Pera o qualche idolatra di Giuliano Ferrara (gli atei devoti sono molto atei ma ritengono che se un dio esiste è grande e grosso e si chiama Giuliano, a dispetto della sua apostasia; simmetricamente, non si capisce dove nel frattempo siano finiti, sic transit, i cultori di Paolo Mieli e del terzismo). Dicebamus comunque delle "Invasioni". Lo scrivente è altresì convinto che il successino del talk show sia inspiegabile, a meno di usare come criterio esplicativo la presenza e l’incombenza di Daria Bignardi. Oddio, l’incombenza: ed è subito Bonolis. Ma non c’è altro modo di spiegare la "necessità", in senso filosofico e televisivo, di Daria. Che uno stava già architettando di andarsene a leggere il miglior libro dell’anno o del decennio (Rossana Rossanda, "La ragazza del secolo scorso", Einaudi, altroché) e invece si trova l’ex sorellastra del "Grande Fratello", trasformata in una donna gentile e materna, che ammicca e si ritrae, sembra osare ma "con juicio", e quando si trova di fronte Paolo Crepet gli estorce il meglio ma soprattutto il peggio, fino a fargli confessare che lui, l’intellettuale Crepet, è di sinistra, ma così di sinistra che da anni non si preoccupa neanche di votare (ottimo, c’è stata l’invasione dei barbari e lo psicologo insegue l’assoluto). Quando il discorso scivola su Cogne e Crepet dice che questa società odia i bambini, la mammina Daria si schermisce e ha perfettamente ragione: gli psicologi amano traumatizzare le casalinghe, ma la Bignardi non è una casalinga e non si fa impressionare. E poi, basta con la psicologia: parafrasando Karl Kraus, Freud e Crepet sono i malati, non i medici. L’unico effetto psicologico accettabile, a proposito delle "invasioni" è di tipo ipnotico: perché Daria è pura ipnosi, la trovi nell’etere e ti ipnotizza. Di che cosa poi parli il programma, boh. Sono passate interviste a Michele Serra e a Daniele Cordero di Montezemolo, il fratello di Luca che ha reinventato la cravatta. Ma che importa, il programma è lei, la ragazza maga, una del nostro secolo: e lasciarsi ipnotizzare è dolce in certe sere.
16/12/2005