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Laboratorio La7

11/06/2009
TELEVISIONE

Successo stracult per "Tetris", il programma di Luca Telese per La7. Ma per quale motivo? "Tetris" ha inventato un format nuovo, in cui il talk show si unisce al game show, con tanto di ironica gara su chi vince la tappa. Dal punto di vista dei contenuti, il programma di Telese si decodifica facilmente: esaspera la formula del talk show politico classico, gli toglie un po’ di galateo, porta i protagonisti a dare il peggio di sé (che dal punto di vista dello stile "freak" televisivo in realtà è il meglio). In questo senso, "Tetris" sarebbe semplicemente una forma di ipertelevisione, in cui i protagonisti, da Borghezio alla Santanché fino alla coppia satanista Guzzanti-Sgarbi, rappresentano variazioni d’autore ipertrofiche su se stessi. Quindi il programma di Telese è una trasmissione laboratorio, in cui la modalità espressiva prevale largamente sul contenuto. Un programma che si potrebbe quindi definire "celibe", affidato quasi soltanto al proprio linguaggio. Dunque del tutto autoreferenziale, una centrifuga di attualità che produce significati arbitrari. Non aspettatevi conclusioni da Telese e da "Tetris". Aspettatevi piuttosto evoluzioni sul filo della cronaca, dibattiti sul verosimile, approfondimenti quasi veri o del tutto gratuiti. Proprio per questo "Tetris" è un programma moderno. Non lo si segue, lo si constata. In quanto programma fenomeno, rappresenta un grado zero del discorso pubblico. Ma Telese non fa politica, bensì infotainment. Fa televisione ammiccante, sapendo di farla. A suo modo è un manipolatore di stili: e dovremmo sapere che la migliore televisione è sempre manipolazione.

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