Per i doni conviene affidarsi al penultimo paradigma. Non alla tecnologia più avanzata, fra palmari, laptop et similia, che fa tanto refugium peccatorum dell’ ultimo istante, quando la fantasia latita e i media-store stanno per chiudere. Meglio un libro, un cd, un dvd. Evitare il Blu-Ray, data la carenza di dispositivi di lettura. C’ è anche un piacere sottile nel cercare depositi di conoscenza consegnati a supporti già superati dalla modernità: addirittura la carta, il disco argentato. Piacere che diventa rarefatto e concreto nello stesso tempo allorché il libro, ad esempio, si rivela un patrimonio di sapienze tradizionali, come nel caso di Massimo Montanari, Il riposo della polpetta (Laterza), repertorio di consuetudini alimentari dal Medioevo in qua, fino all’ Artusi e oltre; e ancor più il portentoso Misticanze di Gian Luigi Beccaria (Garzanti), sterminato catalogo letterario e linguistico dei cibi e vini italiani, regione per regione, cultura per cultura, variante per variante. In sostanza, grazie ai vecchi supporti si va alla ricerca del nostro tempo perduto, cioè di colori, sapori e suoni di cui altrimenti perderemmo le tracce. Un film di cui ricordiamo soltanto qualche immagine, un disco di canzoni rimasterizzate, un volume di curiosità rare e preziose. Sempre con l’ idea che poi non è proprio necessario rileggere o riascoltare tutto. Il regalo ha un valore anche documentario: si può riporre in un cassetto, e poi magari contemplarlo quando lo si ritrova, anche per caso. Con un effetto di rassicurazione psicologica inconfondibile: ecco l’ oggetto ritrovato, la sacrosanta reliquia del passato. Non c’ è bisogno di riascoltare i Beatles in mono, e nemmeno di rivedere l’ opera omnia di Ingmar Bergman. Basta sapere che sono lì, a disposizione, per quando verrà voglia di rivedere, rileggere, riascoltare. © RIPRODUZIONE RISERVATA
11/12/2009
R2 CULTURA
I NUOVI REGALI
La cultura da casa - Per i ritardatari la scelta migliore è quella di puntare su libri
e dischi del tempo perduto