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Lo choc è nostro gli affari loro

11/01/2007

Lo spettatore non abituale può anche restare scioccato se gli capita di rimanere sintonizzato su Raiuno dopo il Riotta-tg delle 20 e si imbatte nella nuova edizione di "Affari tuoi". Per capirci, l’aggettivo "nuova" si riferisce al fatto che il conduttore è un attore, Flavio Insinna, sicché tutti gli inesperti di tv, ritrovatisi insieme nelle riunioni famigliari postnatalizie, si chiedono: ma dov’è finito coso, Pupo?, e sospettano immediatamente oscure trame e macchinazioni contro l’omino che aveva sostituito Bonolis. Già, Pupo. Conclusione generale, mentre Insinna comincia il suo personalissimo show: Pupo? Boh. Lo choc dipende dal fatto che nei primi minuti di "Affari tuoi" non si capisce assolutamente niente. È la più convenzionale televisione caciarona, indifferente se il cda è della Casa o dell’Unione, se direttore è Tizio o Caio, Meocci o Cappon (a proposito: sarebbe di qualche moralità pubblica se i 14 milioni e rotti di multa alla Rai per l’assurda nomina a direttore generale dell’incompatibile Meocci fossero accollati ai brillanti consiglieri d’amministrazione che diedero il via libera, così almeno c’è qualcuno che paga e la prossima volta i responsabili ci pensano, prima di fare monate). Comunque, per tornare a "Affari tuoi", si tratta di un programma connettivo, quel genere di tv che può funzionare soltanto per telespettatori intossicati, che se ne stanno ipnotizzati davanti al teleschermo a bocca semiaperta: non appena parte il giochetto dei pacchi, non si capisce praticamente niente, fra urla belluine, applausi, trilli del telefono, ancora grida e nessun sussurro. Quando si riesce a ricostruire la trama del gioco, che è sempre il solito, viene in mente all’improvviso che la televisione è davvero razzista: per il pubblico brutto sporco e cattivo, quello che si limita talvolta a pagare il canone, ci sono quintalate di marmellata cattiva; gli altri, che hanno due soldi in più da spendere, possono andare alla ricerca della qualità, sul satellite o nel digitale. Disarmante, "Affari tuoi", e sia detto senza altezzosità: per dire, un popolare come Gerry Scotti non è mai precipitato così. E poi dicono che Raiuno sarebbe l’ammiraglia. Se fosse davvero così, ci sarebbe almeno il gusto di affondarla. Mentre allo stato attuale, forse l’unica possibilità è di mandare in miseria quei suddetti membri del cda. Così, senza cattiveria, soltanto uno sfizio: "affari nostri".

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