Era un’occasione sontuosa, il rientro televisivo della Littizzetto, per vedere se la Luciana è effettivamente un crac, come si dice in gergo ippico, ossia una campionessa in grado di vitalizzare ogni programma, con la robustezza del suo humour mezzo colto e mezzo volgare, in parte prevedibile e in parte inesorabile. Dopo averla vista nelle "Iene", il giudizio è sospeso. E non solo perché, come dice il galvanico critico della "Stampa" Alessandra Comazzi, è difficile sostituire la ragazza Alessia Marcuzzi, rassicurante e «odorosa di femmina». Ma perché la Littizzetto è portatrice di sarcasmo, di umorismo irsuto, di scabrosità lessicali, di riferimenti alle miserie femminili, alle puzze maschili, alle flatulenze della convivenza. Insomma, un umorismo non depilato. Non è detto che tutto questo universo del rapporto maschio-femminile resista impunemente in un programma da televisione generalista. Perché l’aggressività della Littizzetto, e la sua capacità di giocare con i temi della convivenza e della femminilità, funzionano molto bene nei suoi libri (anche il terzo capitolo della sua opera omnia, "Col cavolo", ormai in bilico fra la "Recherche" proustiana e la solita rifrittura di ritagli, strappa comunque qualche sorriso per l’acidità delle battute, per l’autocommiserazione buttata in vacca, per il femminismo cialtrone e vissutissimo, logoro, consunto fino alla verità della vita). Ma la Littizzetto ha bisogno di un contesto, di un format, di una cornice. Va da sé poi che questa cornice lei la distruggerà. Le "Iene" però non sono il suo contesto. Sono invece un programma volutamente destabilizzante, fin dai tempi della Simona Ventura. E quindi la madamin Luciana aggiunge tensione a tensione, sprigiona ondate di disagio, emana sfasature, squilibri, di?sassamenti, perdite di fase. Tanto più che nella prima puntata aveva a fianco, oltre ai due boys, la maestra di ballo Heather Parisi. La quale è l’immagine di un equilibrio rassicurante e convenzionale, produce ondate di rassicurazione borghese, guardi lei e vedi i suoi figli (direbbe Mogol). Mentre la Littizzetto, verso la quale continuiamo a toglierci tanto di cappello, è lo scarto rispetto alla norma, quella che dice "culo" alla festa di famiglia (e poi magari il culo te lo tocca davvero, e ci ride sopra). Forse la trasgressione non si addice alla tv generalista, e quindi alla Luciana converrà andarci piano, con le trasgressioni.
17/02/2005