Eh no, questa volta non mi prendete. Non mi avrete. Non ce la farete a ricattarmi con l’idea che se non rido sono io che non capisco. Guardate che io (e dico io come sintesi di una comunità che condivide alcuni tenui criteri di giudizio televisivo: insomma, noi), guardate che noi siamo diventati scafati. Non ci fregate più con la fola del trash. Ma quale trash, che poi voi pronunciate "trèsh", all’americana, o all’amatriciana. Trash o trèsh dovrebbe essere il programma di Teo Mammuccari "Distraction"? Proprio sicuri? Avete le idee chiare sul trash? Parentesi. Trash o trèsh, noi di questi tempi siamo riusciti a evitare "Grande Fratello" e "La fattoria", con ottimi benefici per l’umore. Forse riusciremo a evitare anche "Music Farm", anche se è più difficile perché ci piacciono le canzonette (ma ha ragione Aldo Grasso: se la vittoria di Dolcenera nell’edizione precedente doveva produrre a Sanremo la canzone "Com’è straordinaria la vita", si capirà perché al Festival noi gentaglia cinica abbiamo fatto il tifo per Anna Tatangelo, nonostante il testo di Mogol e il "patronage" di Gigi D’Alessio, e benché non ricordiamo la sua canzone). Ma "Distraction", in onda su Italia 1 il martedì sera, quello no, non ci avrà. «Uova in faccia, ventilatori fermati con il naso, pulsanti che danno la scossa»: comincia così la cronaca del "Corriere della Sera". E poi il mucchio selvaggio dei 15 disgraziati tutti nudi. E soprattutto, Mammuccari. Nessuno ha ancora capito che cosa Mammuccari sia capace di fare. A occhio, dev’essere una specie di comico "de destra" (ma potrebbe anche essere "de sinistra"). Un provocatore ma della mutua, che prima dello show aveva promesso: «Vogliamo divertire, non scandalizzare». Ma via: è uno che fa una battuta sui Cugini di campagna definendoli «quelli che cantano con tappo al sedere»; dovrebbe essere capace di tutto. Dopo di che, leggiamo una dichiarazione di Michele Bonatesta, componente della direzione nazionale di An e membro della commissione di Vigilanza della Rai, il quale ha dichiarato: «Un concentrato di insulsaggine e volgarità». Ora, noi siamo del parere che nulla del pensiero di uno di An sia condivisibile. Mai. Su nessun argomento. Siamo fatti così, mica colpa nostra. Vediamo Gianfranco Fini e ci dà fastidio anche la sua pettinatura, la sua voce, il modo in cui si succhia la lingua. È solo per questo che ci viene voglia di dire: «Viva Mammuccari». Però, guardarlo, no.
06/04/2006