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Manhattan da Cult

10/04/2008

Sigaretta. Sigarette. Fumo. Accendini. E poi alcol. Whisky, bourbon, cocktail. È la New York degli anni Sessanta, cari amici, siamo in Madison Avenue a Manhattan, nella celebre agenzia di pubblicità Sterling Cooper. Cioè l’ambiente di "Mad Men", il nuovo serial che il canale satellitare Cult ha cominciato a programmare da metà marzo (seconda e terza serata il martedì, ma con varie riprogrammazioni in settimana). Per capirci: viste le prime quattro puntate, questa fiction sembra di quelle epocali. Per la bravura degli attori, in cui spicca Jon Hamm, il cinico capo dell’agenzia; e per l’intensità della sceneggiatura (non per niente la serie è ideata dall’autore e produttore dei "Soprano", Matthew Weiner). Ma soprattutto per il modo in cui si ricrea il clima d’epoca. La campagna di Kennedy sullo sfondo, la precisione degli oggetti, le macchine per scrivere d’antan, i vestiti così perfettamente vintage, le acconciature idem… E poi una scrittura in cui a volte gli attori inanellano battute formidabili, e altre volte invece restano lì allibiti perché nella vita reale succede che si resta effettivamente allibiti (con conseguente figura da fessi). Insomma: cinismo, sesso, confidenze fra donne che si passano "L’amante di Lady Chatterley" come una rarità porno, frustrazioni, trionfo del mercato, mors tua vita mea: un’anticipazione dell’inferno. Solo che il nostro inferno è privo di grassi e di veleni. Allora, fra un adulterio e una canagliata professionale, l’inferno era naturalmente pieno di fumo. (P S. Bisognerà seguire con attenzione il canale Cult, perché a occhio sembra un notevole esperimento di evoluzione televisiva).

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