Qualche volta è necessaria una grande dedizione: ad esempio, l’imperdibile "Tg2 Dossier Storie" dedicato agli albori del rock italiano è andato in onda sabato 2 dicembre a mezzanotte, solita ora dei vampiri. Si sa come sono i programmi di Michele Bovi: documentazioni formidabili, basati su una ricerca d’archivio impressionante, che conduce a trasmissioni a costo basso, ma ricchissime di testimonianze e reperti. Il programma di sabato scorso era dedicato al mezzo secolo del rock italiano, cominciato a Milano con uno storico Festival nel 1957 ed è stato l’occasione per una parata di protagonisti di allora. E non soltanto i soliti Celentano, Jannacci e Gaber, ma soprattutto quei pionieri come Guidone e Ghigo che hanno aperto la strada all’epoca dei "giovani". In studio, insieme a Maria Concetta Mattei c’erano Renzo Arbore e Clem Sacco: impagabile, quest’ultimo, in smoking bianco dotato di magnifico papillon, con fantastica testa di riccioli neri. Ora, non sono in molti a ricordare Clem Sacco, cantante e fantasista nato al Cairo da genitori italiani. Ma bisogna sapere, perché in futuro la sua riscoperta è sicura, che Sacco è stato il vero inventore di un genere, la canzone demenziale, anzi, il rock demenziale. Le sue canzoni erano dedicate alla vena varicosa o all’uovo alla coque, e si capisce perché oggi può essere considerato il precursore degli Skiantos e di Elio e le Storie tese. Se ne riparlerà, perché l’energia di Clem Sacco è un miracolo della natura, e ci sarà quindi sperabilmente occasione di rivederlo sulla scena. Ma il programma di Bovi era divertente perché faceva vedere anche l’aspetto vitaminico e ribelle del rock di fine anni Cinquanta. E bisogna dire che a distanza di tempo i più interessanti sono i rocker dalle carriere fallimentari per ragioni di censura, quelli come il Ghigo di "Coccinella", capace di prestazioni fisiche e vocali strepitose: quelli condannati più o meno al silenzio dal conformismo del tempo, che oggi conducono vite appartate, un po’ fuori dalla scena. Gli altri, a cominciare da Celentano, sono usciti dal rock per rifugiarsi nel tepore della melodia all’italiana, segnalando così la verità tendenziale del proverbio misoneista secondo cui si nasce incendiari e si finisce pompieri. Ma si sa che ci vogliono le avanguardie per fare le rivoluzioni, anche se alla fine sono le nomenklature a occupare le posizioni di potere: aridatece Clem Sacco, allora.
14/12/2006