gli articoli L'Espresso/

Mistero Mr Me

25/03/2004

Chi fermerà l’ascesa di "Mr. Me", alias Minestrony, e la sua gang di grassatori, avvocati, giudici corrotti, che hanno messo le mani sull’Italia? Nelle vesti di Clark Kent, Superman è sfiduciato: «Ladri, mascalzoni, mafiosi, banchieri off shore sono diventati una banda agli ordini di Minestrony». Le televisioni del regime rimandano immagini sgangherate in cui i profittatori cantano e si riempiono le tasche di danaro. L’opinione pubblica è anestetizzata. Chi salverà il Bel Paese? Semplice, gli eroi dei fumetti: Mandrake, Jessica Rabbit, Olive Oyl e Popeye, Charlie Brown e Snoopy… Si apre così l’opera comica in un atto "Mr. Me", composta da Luca Mosca su un libretto di Gianluigi Melega. Strane storie accadono nel paese di Minestrony. Succede che un giornalista come Melega, carriera al "Giorno", "L’Europeo", "Panorama", "la Repubblica", "L’espresso", deputato radicale per sei anni, autore di romanzi e di raccolte di poesie in inglese, incontri un musicista, Luca Mosca, 47 anni, che rimane affascinato dalla sonorità della sua ultima raccolta poetica in inglese ("Concerto and Collected Poems", Archinto, 2002) e compone la musica per sei liriche, presentandole nel novembre 2003 a Roma. Le storie si complicano allorché dalla collaborazione fra Melega e Mosca nasce l’opera comica "Mr. Me", edita da Suvini Zerboni. «Ho scritto le prime due scene l’estate scorsa, e in ottobre l’opera era completa. Abbiamo lavorato di conserva, in tempi ridotti, grazie alla grande capacità di scrittura di Mosca». Un’ora e 20 di spettacolo, con costi di allestimento limitati. Scritta in inglese, poteva essere un’eccellente occasione per la Biennale Musica: pubblico internazionale, una rappresentazione facile da produrre anche oltre confine. Sulle prime l’opera sembra interessare il direttore (dimissionario) della sezione musicale della Biennale, Giorgio Battistelli. Dopo i primi pour-parler però comincia un tiramolla che trascina l’accordo risolutivo fino a gennaio. Si dimette Franco Bernabè, e la Biennale resta senza presidente. Quando arriva Davide Croff, finanziere e musicologo, Battistelli viene confermato e due settimane fa telefona un primo ufficioso verdetto: «"Mr. Me" mi piace, lo annunciamo in aprile nel cartellone d’autunno». Passa un solo giorno e Battistelli indietreggia: l’opera non si fa più. Spiegazione: costi troppo alti. «In realtà», commenta Melega «l’opera non sarebbe costata neanche un euro: avevamo già impegni affidabili con teatri della Venezia Giulia, Napoli, Emilia, che avrebbero coperto le spese, e anche qualche sponsor pronto a sostenere l’iniziativa». Dunque di che si tratta? Eccesso di prudenza? Autocensura preventiva? Sta di fatto che l’ascesa di "Mr. Me" provoca effettivamente una resistenza. Aggiunge Melega: «Oltretutto l’opera è modulabile in varie forme, e l’idea era di rappresentarla in prima mondiale a Venezia con un budget medio, mettendola in scena con voci dal vivo e una compagnia di marionette. C’erano già stati contatti con la compagnia dei Lupi di Torino, regia di Margot Galante Garrone, e a Trieste con la compagnia di Podrecca. A questo punto mi dispiace per gli amici della Fenice, e soprattutto per l’ultima dogaressa, Teresa Foscari, che ne era entusiasta». Sarà che l’opera è un’allegoria troppo trasparente. Un incubo circolare da cui Minestrony si risveglia, attribuendo alla cattiva digestione l’insurrezione dei cartoons, che lo avevano circondato lanciando la profezia «una risata ti seppellirà, Mr. Me». Salvo ritrovarsi poi, al risveglio, con il cameriere che annuncia la visita di un reporter del "Daily Planet". Naturalmente è Clark Kent. «Ditegli che non sono a casa, che ho dovuto andarmene: ditegli che sono andato… alle Bahamas!». Prevedibile che un’istituzione come la Biennale venga presa dall’inquietudine. «Macché», conclude Melega, «l’opera è un musical postmoderno, un Kurt Weill nel millennio dei mass media. Se le istituzioni culturali hanno paura della musica, sfortunata la terra che ha bisogno di eroi, ancorché a fumetti».

Facebook Twitter Google Email Email