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Più Frank Sinatra che idolo rock

09/12/2004

Credibile o no, re Silvio, come icona dei venti-trentenni, sovrano assoluto del "partito dei giovani"? Il look non deporrebbe a suo favore, ma bisogna distinguere l’abito istituzionale, ossia il doppiopetto con i suoi complicati bottoni interni da aggiustare con palpeggiamenti sapienti e virili, e il cachemire o il giubbottino di renna delle giornate libere. Dal giorno della "scesa in campo" nel 1994, si susseguono i peana per la meravigliosa forma fisica del Cavaliere, che «non ha le gambette rinsecchite dei vecchi», come giurava il suo personal trainer, descrivendo il jogging nei vialetti di Arcore. Adesso chi lo conosce nel profondo, come il suo medico forzista Umberto Scapagnini, assicura che la sua bocca è da ventenne e il suo equilibrio biochimico da quarantenne. Si attendono ancora i risultati del trapianto dei capelli, dopo che il lifting non è stato così spettacolare negli esiti come sperato o temuto. Ma il punto critico fondamentale non è tanto nell’aspetto fisico, visto che Berlusconi è un quasi settantenne molto pimpante, bensì piuttosto nel suo universo mentale. Eh sì, il materiale lo conosciamo, ma qual è invece l’immaginario di Berlusconi? D’accordo che Silvio è pericolosamente simpatico, per chi ama le cortesie profuse con volteggi e caschè, le barzellette a gogò, battutacce sulle malefemmine e mimica da tombeur: tuttavia basta qualche cronaca delle vacanze a villa Certosa, con i vecchi ragazzi resistibili Emilio Fede e Fedele Confalonieri, per assistere allo show di un clan vecchiotto, goliardico negli scherzi proprio come "andava" nel grigiore lontano degli anni Cinquanta, e finire la giornata alla napoletana cantando "’A gelusia" con Mariano Apicella alla chitarra. Uno stile del genere poveri ma belli che hanno fatto i soldi, vitelloni che si sono inventati un lavoro alla "sempre meglio che lavorare": comunque si tratta di sequenze molto in bianco e nero, commedia all’italiana, altri tempi. E allora perché uno dovrebbe strillare "Forza Silvio" se conosce le preferenze mica tanto segrete del Cavaliere, vale a dire roba da chansonnier, da Chevallier, Trenet, Becaud, e al massimo, per un colpo di vita, Sacha Distel? Anche per una questione generazionale, Silvio non è stato investito dall’ondata del rock, del beat, del pop, del rap. Ancora adesso, quando parla nelle convention di Forza Italia, muove il microfono come un vecchio crooner, un Frank Sinatra, un Dean Martin. Molto più "giovane giovane giovane" sembrerebbe semmai Umberto Bossi, di cui qualcuno dice di ricordare una partecipazione al Festival delle voci nuove di Castrocaro con lo pseudonimo di "Donato" e una canzone choc, "Col Caterpillar": «Noi siam venuti dall’Italy / abbiamo un piano per far la lira / Entriamo in banca col Caterpillar / e ci prendiamo il grano». Eccoli, i quattrini: probabilmente la sola risorsa di Berlusconi autenticamente transgenerazionale, che lo rende irresistibilmente simile a uno zio ricco, forse un po’ rintronato per via delle troppe cifre, "ricette" e formule per risanare l’Italia. Sicché "Forza Silvio" non funziona, e potrebbe sembrare un coretto ironico; mentre "Silvio, dacci i soldi" potrebbe avere una sua rozza giovanile efficacia.

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